Oggi ci sono due notizie che bisogna leggere insieme, per capirle. Per trarne qualcosa di utile alla nostra zucca.
Una la pubblica “il Fatto” e ci racconta come un libro tedesco sulla mafia, “Malacarne”, sia stato distribuito in Germania insieme a un cd di brani musicali “popolari” che esaltano la mafia stessa e la altre organizzazioni criminali: «Nel mio paese», spiega la giornalista Petra Reski, «si ha ancora un’idea romantica della mafia e degli uomini d’onore».
L’altra la pubblica “Libero” e dedica ampio spazio al libro di Alessandro Dal Lago “Eroi di carta”, un attacco durissimo contro Roberto Saviano e “Gomorra”: «Non credo affatto che la criminalità si combatta a colpi di moda», dice tra l’altro l’autore, aggiungendo i consueti accenni al “vittimismo”, alla “retorica” e al “martirologio” di Saviano.
Ecco, appunto.
Ci sono molte persone in giro ancora convinte che la malavita organizzata non sia un’avida corporation criminale ma una simpatica declinazione folcloristica, quasi pittoresca, dell’assolato Mezzogiorno d’Italia, tutto mare, musica e spaghetti.
Poi c’è un autore che ha scritto un vendutissimo libro per spiegare non è così proprio per niente, squarciando la prosaica verità sull’impero dei Casalesi e degli altri clan. E lo ha fatto pagando carissimo, in termini di vita quotidiana.
E questa per qualcuno è moda? Vittimismo? Martirologio?
Ma che vada a cagare.
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