domenica 20 giugno 2010

"Appena assunto mettevo i nomi ai trovatelli e tagliavo le rette ai matti"

"Appena assunto mettevo i nomi ai trovatelli e tagliavo le rette ai matti": "

Vittorio Feltri, impiegato della Provincia di Bergamo, al brefotrofio prese a calci il timbracartellini.  "E al manicomio applicai la tariffa minima a tutti. Mi cacciarono: fu la mia fortuna". I 500 Tipi italiani : "il Giornale" verso il Guinnes

1 commento:

  1. Riconosci d’avere una morale adattiva, che modifichi a seconda degli incarichi e delle circostanze?
    «Sì. Uno spirito camaleontico. Non lo faccio per interesse: solo per adattarmi al lavoro che mi è richiesto. Però alle linee fondamen­tali della mia morale, che sono la lealtà e la franchezza, non ho mai derogato. Mi dico­no: ma tu eri segretario provinciale dei giova­ni socialisti e sei diventato anticraxiano. Per forza, mi sono accorto che il Psi s’era chiuso in una torre d’avorio e tutti rubavano. Mi di­cono: poi sei diventato leghista. In quel mo­mento era giusto esserlo, oggi vedo che Um­berto Bossi difende le Province e allora lo so­no molto meno. Mi dicono: adesso come mai sei berlusconiano? Non è che sono berlusco­niano, ma se non faccio il tifo per Berlusconi per chi dovrei farlo? Per Bersani? Per Veltro­ni? In politica non puoi combinare nulla, ha ragione il Cavaliere. Qualunque cosa tu fac­cia, scontenti sempre qualcuno e perdi con­sensi. Ti ritrovi contro l’opposizione, i sinda­cati, il presidente della Repubblica, la Corte costituzionale. Insomma, non riesci a muo­verti. Parte una legge vi­ola e torna indietro bian­conera: obiezioni, com­promessi, limature. La Prima repubblica mi fa­ceva schifo, speravo che la Seconda fosse miglio­re. Adesso mi rendo con­to che non lo è».

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