Non è raro trovare i rom sulle pagine dei giornali, spesso anche quando non c’entrano nulla, come nei falsi allarmi dei casi di bambini rapiti. Dopo la decisione del presidente Nicolas Sarkozy di chiudere 300 campi rom espellendo centinaia di rom con una buonauscita di 300 euro a testa per adulto e 100 per bambino, in Francia si è aperto un acceso dibattito che si è immediatamente trasformato in uno scontro tra partiti e ideologie.
Partendo da questa notizia, Slate ha deciso di raccontare la storia dei rom e spiegare perché questo popolo è nomade. La risposta breve è: a causa delle persecuzioni. I rom — chiamati anche, ormai con accento dispregiativo, zingari — sono originari dell’India, probabilmente del nord, area che hanno però dovuto lasciare nell’undicesimo secolo a causa dell’invasione musulmana. Intorno al 1300 sono arrivati nel sudest europeo, dopo aver attraversato l’impero bizantino.
La particolarità della loro lingua ha alimentato la xenofobia negli abitanti dei luoghi in cui cercavano di sistemarsi, e si suppone che la loro attenzione alla purezza etnica li abbiano portato a non volersi mescolare con le popolazioni che incontravano, spingendoli a continuare a viaggiare. Quando nel quindicesimo secolo sono arrivati nell’Europa occidentale, sono stati presi per invasori ottomani a causa del colore scuro della pelle, e dichiarati fuorilegge dal Parlamento tedesco di Freiberg. I rom furono quindi obbligati a spostarsi di nuovo.
Il nomadismo è diventato così un modo di vita, e i rom sono entrati a far parte dell’economia europea vendendo oggetti nelle aree rurali distanti dai negozi. Nel suo libro Gli zingari Angus Fraser scrive che “erano conosciuti come portatori di notizie, venditori di merce economica (spesso costruita da loro), riparatori di oggetti casalinghi, lavoratori stagionali (per la raccolta di fieno, piselli e frutta), o guide per i viaggi”. Con l’arrivo delle nuove tecnologie di comunicazione, i rom hanno continuato a fare lavori stagionali che richiedono spostamenti, sostituendo i tradizionali caravan con roulotte e camper. Qualche rom ora apprezza la libertà del nomadismo e lo considera parte della propria cultura.
In questi ultimi decenni, però, le cose stanno cambiando. Molti rom hanno iniziato a stanziarsi, per quanto possibile, nei luoghi in cui arrivano, sia per scelta personale sia per obbligo. I regimi comunisti dell’Europa dell’est, come la Bulgaria, hanno costretto i rom a stabilirsi nelle loro città, creando appositamente dei ghetti. In generale, nonostante non ci sono numeri ufficiali, si stima che al giorno d’oggi la maggior parte dei rom viva in appartamenti e case.
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