lunedì 28 febbraio 2011
US military advisers in Cyrenaica
Notizia riservata, bufala o "disinformatija"? Chissà
sabato 26 febbraio 2011
Climagate, nessun complotto
venerdì 25 febbraio 2011
Quando la sinistra risciacqua i suoi razzisti
La sinistra italiana dispone di due aziende storiche: la fabbrica del fango per sporcare chi vuol distruggere e l’impianto di depurazione per ripulire il passato sporco dei suoi nuovi alleati e affiliati
Senza titolo
Tendo a non pubblicare più molti video di contestazione ai membri dell’oligarchia. Non perché abbia perso la motivazione. Ma perché nell’ingranaggio delle visualizzazioni e deile condivisioni da tastiera rischiavano di diventare un frammento in più di spettacolo. L’opposto delle nostre intenzioni. Ne abbiamo pubblicati tanti in passato per testimoniare la rottura dell’incantesimo della sudditanza e della finzione e dunque incoraggiare gli indignati del web alla rivolta morale e alla guerriglia mediatica, nella convinzione che una solida minoranza di rompicoglioni potrebbe davvero incrinare i meccanismi del sistema castale, rovesciandogli addosso parole e telecamere fuori controllo. Questi nostri video hanno spopolato su youtube, ma hanno generato pochi imitatori. Qualche risultato in tal senso c’è stato, ma decisamente non adeguato rispetto, non alle nostre aspettative, che abbiamo sempre tenuto a bada, ma al potenziale che il metodo del videoattivismo senza intermediazione oggi offre alla buona volontà dei cittadini-non-sudditi. Forse è ancora presto, non sono ancora maturi i tempi. Forse serve diffondere meglio il metodo. E ci proveremo, magari con un seminario di formazione con addetti ai lavori a tener lezione. Ma ci tenevo a dirlo per rispondere a chi sovente per strada o per mail mi domanda perché non “mettiamo più video”, dopo i complimenti e le pacche sulle spalle di rito, segni di un certo tipo di consenso che sicuramente fa piacere ma che non abbiamo mai cercato, perché troppo spesso porta con sé, irresistibile, la tentazione della delega. Quella tentazione (”Non mollare!”, “Meno male che ci siete!”) che vediamo ripetersi, sempre uguale, anche nelle convocazioni di piazza, che porteremo avanti con assiduità e convinzione, in un momento drammatico per l’Italia, proprio per dare fisicità e sostanza all’indignazione virtuale e cercare di spingere altri a mettersi in gioco in prima persona. Detto questo, eccovi l’ultimo scontro, inedito, con Bruno Vespa. Lo trovate QUI. Per rimanere in contatto è possibile iscriversi anche al canale youtube. Se siete di Milano o dintonri mandateci un indirizzo mail per essere inclusi nella lista mail per le iniziative pubbliche."
KDE accoglie con entusiasmo l'SDK di Necessitas per le Qt su Android
Un’ottima notizia per gli sviluppatori di progetti basati sulle librerie Qt: Bogdan Vatra, insieme a due collaboratori, ha rilasciato la prima alpha di Necessitas SDK. È uno strumento per realizzare applicazioni destinate ad Android utilizzando le Qt. Il progetto è ancora agli inizi e include un’ampia documentazione per contribuire.
Necessitas SDK propone essenzialmente tre componenti: Android Lighthouse, Android Qt Mobility, Android Qt Creator. Il progetto sfrutta diversi componenti open source di Nokia e Google, tuttavia si tratta di un’iniziativa completamente volontaristica (non è sponsorizzata da alcuna delle due multinazionali). Ha ancora molti problemi.
Per ottenere le Qt su Android, Vatra ha realizzato Ministro: è un’applicazione presente sull’Android Market, permette di scaricare rapidamente le librerie. È opportuno sottolineare i limiti di Necessitas SDK, disponibile solo per ARM EABI (v5). Vatra ha un cantiere qualcosa di simile anche per il sistema operativo di Samsung, Bada.
Via | KDE News
KDE accoglie con entusiasmo l'SDK di Necessitas per le Qt su Android é stato pubblicato su ossblog alle 11:00 di venerdì 25 febbraio 2.@
Che bello per me narcisista scoprire di non essere malato
Un’équipe di scienziati ha escluso la "sindrome di Narciso" dalle forme patologiche: leggi l'articolo . Ma attenti a non esagerare..."
Quagliarello, non ti arrabbi più?
"Le elettriche inquinano come le altre auto"
La denuncia di uno studio inglese: la differenza principale tra i due sistemi a motore starebbe, secondo gli esperti della Which?, più nell'apparenza che nella sostanza: nell'auto a benzina le emissioni nocive fuoriescono dal tubo di scappamento, in quella elettrica vengono emesse direttamente dalla centrale che produce...
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MEMORIAFinché c’è lotta c’è speranzaLa [...]"
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La Cassazione ha confermato la prescrizione per la condanna nei confronti del cardinale Tucci ma ha anche confermato il diritto all'indennizzo per gli abitanti del centro romano
MacBook Pro, Apple mette AMD al posto di Nvidia
giovedì 24 febbraio 2011
Jobs, aiutaci: firmato, i dipendenti Wintek
Analyst: NAND market to 'collapse'
Qt per Android, di Necessitas virtu'
mercoledì 23 febbraio 2011
Windows Phone 7 e l'update malandrino
Windows 7, il service pack ora e' per tutti
Mandare un'email è ecologico costa solo 4 grammi di CO2
General Electric ha lanciato un'applicazione online, "How Much CO2", per tradurre in emissioni di anidride carbonica le più comuni attività quotidiane, costruendosi poi le proprie classifiche personali. Si scopre, così, che usare Facebook è meno inquinante che chattare con Skype
Rivolte e web
"La rete come moltiplicatore di idee e di rivendicazioni. E i regimi dittatoriali la spengono per zittire la voce delle proteste. Che strumenti hanno per farlo e come ci riescono. Ma gli oppositori sanno come aggirare i divieti"
martedì 22 febbraio 2011
A proposito di autocrati...
As the Arab world’s rolling revolution becomes bloodier and more tragic in Libya and Bahrain, autocrats who seem to have ruled forever are quaking. Perhaps elected autocrats should also be on guard. There is a European country that has many characteristics of the Arab world: a sclerotic economy, a culture worn down by corruption and organised crime, and a growing clash of generations. It is controlled by a gerontocratic ruling class entrenched in politics and business to the exclusion of its youth. Its best and brightest young people roam Europe as economic migrants.
That country is Italy. It is a democracy, so the ageing consistory that runs the country should be replaceable. Yet it never is: the more elections Italy has, the less seems to change. No wonder even the “Borghesi” are taking to the streets. A million women marched last Sunday to protest the antics of Silvio Berlusconi, the increasingly ridiculous prime minister. He was indicted this week on charges of paying for sex with an underage girl and abuse of office. He denies wrongdoing.
There is more. The 74-year-old Mr Berlusconi shares many of the traits of the classic Arab plutocrat. He is immensely rich, controls much of the media, and is surrounded by yes-men. He openly defies the judicial system whenever it finds against him (which it occasionally does). He is best buddies with Muammer Gaddafi, the dictator of Libya (and facing his own sea of troubles).
Mr Berlusconi’s most important quality is also common to autocrats: he’s a survivor until the last minute. Hosni Mubarak, lately the dictator of Egypt, might want to have a word with him about the wisdom of that strategy. All the Italian prime minister has to do to end this particularly unedifying commedia is to call an election. That way, Italians can have the last laugh.
Vorrei tanto essere ottimista verso gli italiani come l'autore dell'articolo ...
Borsa chiusa. L’alternativa: o è grave, o è gravissimo
Stamane la Borsa italiana non ha avviato le sue operazioni di contrattazione. Uno scarno comunicato ha informato che sussiterebbero “problemi tecnici” non meglio identificati, e in via di accertamento. Ma è stato comunicato altresì che si ignora per quanto potrebbe durare la chiusura. Per carità, il diavolo si nasconde sempre nella complessità. Ma è molto grave che la cosa avvenga oggi, e che non se se sappia di più. Non fateci pensar male. Cioè che si tratti di un escamotage per impedire o dilazionare l’effetto sui tanti titoli – Eni, Unicredit, Impregilo, Finmeccanica - toccati e coinvolti dalle vicende libiche. ieri la Borsa italiana è quella che più ha perso, per l’esposizione nazionale al Gheddafi System. Non è che i mercati si possano tenere aperti solo i giorni in cui brilla il sole. Così, si tagliano le mani a tutti coloro che legittimamente opererebbero sui nuovi prezzi in via di formazione. Se guasto è, bisogna saperlo con precisione e con tempi affidabili di riavvio. Se guasto non dovesse essere, sarebbe uno scandalo gravissimo, una ferita alle regole elementari del mercato stesso e, prima di tutto, alla libertà senza della quale il mercato non esiste. Ogni eventuale accostamento alle interruzioni automatiche alla trattazione in caso di crollo dei prezzi per eccesso di High Frequency Trading- le vendite automatiche disposte dai computer per soglia abbattuta di prezzo di resistenza – non ha infatti alcuna logica. Ripeto: quando i regimi crollano e rischi e convenienze economiche e finanziarie si riallenano drasticamente, il mercato deve eessere lasciato proprio allora assolutamente libero di valutarle e prezzarle. Ci mancherebbe solo che lo Stato si metta di mezzo, perché sono grandi gruppi pubblici e grandi banche a esserne investite."
NY Times: Berlusconi’s Arab Dancer
http://www.nytimes.com/2011/02/22/opinion/22iht-edcohen22.html?_r=1&hp
lunedì 21 febbraio 2011
domenica 20 febbraio 2011
Telecom, che stretta al p2p stop software 'mangia-banda'
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Non molliamo Bersani nell'harem puritano
Bersani non è credente né credulone: viene da Lombardia ed Emilia, terre di elisir d'amore, di melodramma, di italianità al cubo. Non è la sua parte. La recita male"
Annozero, La Russa: “Chiedo scusa a Formigli ma è un provocatore”
“Formigli non faceva giornalismo ma pura provocazione e una volta su dieci uno non ha voglia di essere provocato, questa è la verità. E’ possibile, lo ammetto, che lo abbia allontanato pestandogli un callo ma gli ho chiesto immediatamente scusa, ci sono le registrazioni e lo ridico adesso”. Così il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, sollecitato da Fabio Fazio nella trasmissione Che tempo che fa torna sul litigio avuto con il giornalista di Annozero, Corrado Formigli, domenica scorsa durante la manifestazione organizzata da Giuliano Ferrara al teatro Dal Verme di Milano.
A introdurre l’argomento Formigli-La Russa c’è stato un divertente siparietto tra lo steso ministro della Difesa e Fabio Fazio. “Non ho mai fatto cenno a quella vicenda – ha detto La Russa – lo faccio con lei perché mi è simpatico”. E Fazio sorridendo ha risposto: “Anche perché signor ministro sono protetto da questa scrivania e quindi sicuramente non può succedermi nulla di male”. Tornando al battibecco con Formigli, il ministro ha aggiunto: “Quando lui mi è venuto da dietro con le ginocchia, non ho mai detto che stesse dando delle pedate, mi spingeva ed è possibile che lo abbia allontanato pestandogli un callo. Ma fare un dramma per uno che fa il provocatore invece del giornalista, cosa che fa bene magari molte altre volte ma non in quella occasione, mi sembra un’esagerazione. Ma non gliene voglio, anzi mi rivolgo a lui. Formigli quando vuoi potrai intervistarmi”. La conclusione è di Fabio Fazio: “Certo ministro – ha detto il conduttore – ma purché si metta davanti”.
In realtà nel video si sente chiaramente il ministro accusare Formigli di averlo colpito (guarda il video). Il giornalista è stato poi insultato anche fuori dal teatro (guarda il video), dove è stato accompagnato dalle forze dell’ordine su richiesta di La Russa.
"Karima denunci i pm: l'hanno diffamata
Offesa: i magistrati l'hanno trattata da prostituta, l'inchiesta le ha procurato un danno. Paradosso: donare auto non è un premio per escort. Le verifiche dei giudici sono un abuso
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Repubblica e L’espresso nascondono i giudizi per loro più scomodi sull’Italia dell’ambasciata americana: "La magistratura? Una casta inefficiente e autoreferenziale". "Il governo Berlusconi alleato sincero e stabile""
WikiLeaks, l'Italia vista dagli Usa "Con Berlusconi paese ormai in declino"
Le valutazioni della diplomazia statunitense contenute nei nuovi documenti segreti. "La reputazione in Europa è lesa". "Il premier danneggia l'Italia ma ci è utile e non dobbiamo abbandonarlo, alla fine ne trarremo vantaggi"
La Grande Muraglia Digitale non è abbastanza ...
...
Nel corso di un'intervista esclusiva con il quotidiano Global Times, Binxing ha sottolineato l'urgente necessità di apportare sostanziali modifiche alle attuali misure censorie cinesi.
Pare che lo stesso Binxing abbia giocato con delle VPN per testare l'effettiva resistenza della Grande Muraglia digitale. Dal proprio computer, Binxing è in pratica riuscito a visualizzare i principali siti bloccati su ordine delle autorità cinesi.
E il professore ha assicurato di averlo fatto solo per il bene della sua muraglia, descritta come una soluzione necessaria alla stabilità del governo. Binxing ha infatti parlato di una sorta di bene superiore da tutelare, ovvero quello supremo della difesa della nazione.
Un sacrificio, accettato di buon grado da Binxing per tutelare la stabilità della Rete cinese.
...
No comment
http://punto-informatico.it/3092689/PI/News/chi-scalera-grande-muraglia-digitale.aspx
Figlio mio, guarda Lavezzi e impara come non si fa
Lo sport insegna la lealtà, il rispetto delle regole, degli avversari, insegna a vincere e soprattutto a perdere. Lo sputo del campione napoletano al giallorosso Rosi è un'altra grandiosa lezione. Da non apprendere"
sabato 19 febbraio 2011
Come andrà il processo Berlusconi
C’è ragione di credere, tecnicamente, che Berlusconi sarà condannato.
Per quanto riguarda la concussione:
- È provato che telefonò in questura
- È provato logicamente che sapesse che Ruby era una minore
- in questura furono furono sicuramente compiuti degli atti contrari ai doveri d’ufficio
- Le disposizioni del pm dei minori riguardo a Ruby furono disattese
Per quanto riguarda la prostituzione minorile:
- Ruby ha ricevuto soldi da Berlusconi o dal suo entourage
- Le intercettazioni, benché contraddittorie, confermano la ‘professione’ e il fatto che volesse arricchirsi approfittando della situazione
- È appurata la presenza anche notturna di Ruby ad Arcore. Almeno 12 volte
Questo senza contare le carte più o meno fumanti che l’accusa potrà produrre in un secondo momento, a sorpresa: tra queste – si mormora – una denuncia di un funzionario o intercettazioni indirette con Berlusconi che parla sulla linea telefonica di qualche ragazza.
Detto questo, le anomalie rimangono. Secondo me.
- È’ una forzatura che il processo sia rimasto a Milano
- È particolarmente una forzatura questa tipologia di rito immediato alla milanese, che infatti esiste solo a Milano e dove concussione e prostituzione minorile vengono associate. Personalmente ho dubbi anche sulla configurazione del reato di concussione: non era l’unica ipotesi possibile.
Credo sia poi difficile da digerire – ma questa è una considerazione extragiuridica e più politica – una concussione senza un vero concusso (in questura, salvo sorprese, nessuno si è dichiarato tale) e poi un fatto di prostituzione minorile in cui la vittima, la parte lesa, sarebbe Ruby. La famosa gente, in concreto, credo che non percepisca un danno concreto per la collettività.
In pratica ce n’è abbastanza perché l’opinione pubblica continui a fare il tifo come a un incontro di boxe. Succederà di tutto, Berlusconi si difenderà con le sue armi (legislative o meno) e l’orientamento, in un quadro in cui conta solo vincere o perdere, sarà quello di giustificare ogni mossa che la propria squadra riterrà necessaria."
Al marketplace di Microsoft non piace la GPL
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giovedì 17 febbraio 2011
Bah
Il risultato è che proprio quella trasmissione televisiva, quella puntata di Kalispera, adesso è una pistola puntata contro il presidente del Consiglio. Perché a domanda specifica di Signorini («Gli hai detto che eri la nipote di Mubarak?»), Karima risponde, testualmente: «No, gli ho detto che ero egiziana ma non che ero la nipote di Mubarak».
Insomma, a smentire l'attuale teorema ricusatorio del premier per il reato di concussione, paradossalmente, è proprio Ruby in una trasmissione confezionata per difendere Berlusconi in una tivù di sua proprietà, intervistata da un suo fedelissimo."
mercoledì 16 febbraio 2011
Chi giudica Silvio Berlusconi? | Politica | Il Post
Punti salienti:
1) Il tribunale dei ministri ha funzioni solo inquirenti, non giudicanti
2) Il tribunale dei ministri decide per l'archiviazione (non impugnabile) o per il rinvio a giudizio al tribunale ordinario competente, che potra' procedere solo previa l'autorizzazione a procedere da parte della camera di appartenenza.
3) Il parlamento puo' sollevare presso la corte costituzionale un conflitto di attribuzione riguardo la competenza (tribunale dei ministri (solo funzione inquirente) o tribunale ordinario)
Chi giudica Silvio Berlusconi? | Politica | Il Post
martedì 15 febbraio 2011
Come le mappe possono essere fuorvianti...
Impressionante il rosso, vero? Ma adesso, modifichiamo la mappa per rappresentare la popolazione relativa dei vari stati:
Curioso, vero?
Le mappe sono tratte da qui.
Né puttane né madonne, solo donne (e uomini)
http://www.noisefromamerika.org/index.php/articles/N%C3%A9_puttane_n%C3%A9_madonne%2C_solo_donne_%28e_uomini%29#body
...
Assente una morale unica imposta dallo stato, o dalla religione, ogni cittadino ha il diritto di chiedere ai suoi rappresentanti che essi soddisfino i criteri morali che più gli aggradano. Verranno poi eletti quelli la cui morale meglio s'approssima a quella della maggioranza degli elettori. Il monitoraggio pubblico delle azioni dei politici è dunque perfettamente legittimo, senza eccezione alcuna. Altrettanto legittima è l'espressione pubblica di sostegno o di condanna di tali comportamenti e delle loro implicazioni morali. L'altro giorno alcune centinaia di persone hanno pubblicamente manifestato, al teatro Dal Verme di Milano, il loro appoggio morale alle pratiche economico-sessuali del signor BS. Perfettamente legittimo. Altri milioni di persone hanno ieri manifestato nelle piazze d'Italia la loro disapprovazione morale per tali comportamenti.
Io sto con questo secondo gruppo pur consapevole che non solo rischia di risultare minoritario al momento del voto ma anche che, su molte altre questioni, le mie valutazioni mi pongono ben lontano dalle scelte di molte di queste persone. Fa nulla: first things first.
...
7. Una morale borghese. Io oggi sarei andato in campo Santa Margherita perché oramai mi sembra una questione di dignità personale. E quindi di dignità di una nazione, che è composta di tanti individui la somma, pesata, della dignità dei quali è la dignità della nazione. A questa somma il signor Berlusconi Silvio, assieme al circo che lo accompagna, contribuisce un valore altamente negativo. Dovremmo fare il possibile per toglierlo di mezzo, puramente per una ragione di stile, dignità e rispetto reciproco. Tutti valori molto borghesi e solidamente tali, infatti.
Alla fin fine, le donne e gli uomini che nelle piazze d'Italia hanno chiesto a Silvio Berlusconi di dimettersi hanno riaffermato, per una delle poche volte nella storia di questo paese medievale, dei valori molto, ma molto borghesi: quelli della responsabilità e della dignità individuale, quelli della sobrietà, del senso dello stato e della cosa pubblica, della rettitudine morale, della coerenza fra affermazioni pubbliche e comportamenti privati. L'Italia borghese, oggi, non vuole Silvio Berlusconi a rappresentarla perché egli altro non è che un frustrato e malato satrapo medievale.
lunedì 14 febbraio 2011
Berlusconi:"Napolitano non scioglie le Camere e comunque per farlo serve il mio parere" - Repubblica.it
La costituzione berluschina:
"La Costituzione comunque prevede che senza una formale crisi di governo per interrompere anticipatamente una legislatura occorre che il presidente della Repubblica consulti sia i presidenti delle Camere che il presidente del Consiglio, cioè Silvio Berlusconi".
La Costituzione Italiana
Art. 88.
Il Presidente della Repubblica può, sentiti i loro Presidenti, sciogliere le Camere o anche una sola di esse.
Non può esercitare tale facoltà negli ultimi sei mesi del suo mandato, salvo che essi coincidano in tutto o in parte con gli ultimi sei mesi della legislatura.
Art. 89.
Nessun atto del Presidente della Repubblica è valido se non è controfirmato dai ministri proponenti, che ne assumono la responsabilità.
Gli atti che hanno valore legislativo e gli altri indicati dalla legge sono controfirmati anche dal Presidente del Consiglio dei Ministri.
domenica 13 febbraio 2011
Lo scherzo (da preti) del Concordato
Nell’ambito delle celebrazioni per il centocinquantenario dell’unità d’Italia, l’11 febbraio le autorità civili e religiose festeggiano in pompa magna la firma dei Patti Lateranensi e del Concordato tra Stato e Chiesa. Cosa ci sia da festeggiare, lo sanno solo loro: i cittadini dovrebbero scendere in piazza, sull’onda delle rivolte nei paesi arabi, e chiedere a furor di popolo l’abrogazione di questa vera e propria vergogna nazionale.
Sarebbe però ingiusto e antistorico attribuire soltanto al regime fascista le responsabilità di questa vergogna. Lo stesso Duce, parlando il 13 maggio alla Camera, aveva infatti candidamente spiegato i vantaggi che gliene sarebbero derivati, facendo sua un’istruzione di Napoleone al Re di Roma: “Le idee religiose hanno ancora molto impero, più di quanto si creda da taluni filosofi. Esse possono rendere grandi servizi all’umanità. Essendo d’accordo col Papa si domina oggi la coscienza di cento milioni di uomini”.
Fu per questo che la Francia di Napoleone firmò col Vaticano un Concordato nel 1801. E lo stesso fecero l’Austria di Francesco Giuseppe nel 1855, l’Italia di Mussolini nel 1929, la Germania di Hitler nel 1933, il Portogallo di Salazar nel 1940, e la Spagna di Franco nel 1953. L’alleanza tra i regimi totalitari e la Chiesa ha dunque una lunga storia, e fu proprio la conferma di quest’alleanza a deludere gli oppositori democratici del fascismo nel 1929: non soltanto Benedetto Croce, uno dei 6 senatori su 316 che votarono contro, ma anche don Luigi Sturzo e Alcide De Gasperi.
Il giorno dopo la firma dei Patti, quest’ultimo scrisse sconsolato a don Simone Weber: “Insegnare a stare in ginocchio va bene, ma l’educazione clericale dovrebbe anche apprendere a stare in piedi”. Per tutta risposta, il 13 febbraio Pio XI indirizzò all’Università Cattolica di Milano un discorso passato alla storia, in cui disse: “Forse a risolvere la questione ci voleva proprio un Papa alpinista, immune da vertigini e abituato ad affrontare le ascensioni più ardue. E forse ci voleva anche un uomo come quello che la Provvidenza ci ha fatto incontrare: un uomo che non avesse le preoccupazioni della scuola liberale”.
In quei giorni del 1929 scese il sipario sulle speranze risorgimentali di Giuseppe Mazzini e Massimo d’Azeglio. Ma anche sulla realpolitik unitaria di Cavour, espressa dalla formula: “Libera Chiesa in libero Stato”. E addirittura sul laicismo di Giovanni Gentile, che sul Corriere della Sera del 30 settembre 1927 aveva inutilmente affermato: “Se, come notava il Manzoni, ci sono utopie belle e brutte, questa della conciliazione non è da mettersi fra le prime”. Nella sua dichiarazione di voto contrario al Senato, Croce si era invece limitato a dire più debolmente: “La ragione che ci vieta di approvare non è nell’idea di conciliazione, ma unicamente nel modo in cui è stata attuata”.
Il Concordato clerico-fascista era comunque storicamente comprensibile e politicamente giustificato, perchè di esso beneficiarono sia il clero che il fascismo. Molto più difficile da comprendere e giustificare è invece il recepimento di quello stesso Concordato nell’articolo 7 della Costituzione della Repubblica Italiana, che recita: “Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani. I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi”.
Nel suo discorso alla Costituente, e nell’istruttiva Storia quasi segreta di una discussione e di un voto pubblicata nell’aprile 1947 su Il Ponte, Pietro Calamandrei fece notare l’assurdità della formula iniziale, che fu attaccata in aula anche da Croce e Vittorio Emanuele Orlando. Una costituzione, infatti, dev’essere un monologo e non un dialogo, e sarebbe stato altrettanto ridicolo inserirvi una formula che proclamasse solennemente: “L’Italia e la Francia sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrane”. Calamandrei notò che però, sorprendentemente, a difenderla fu Palmiro Togliatti, nella seduta del 23 gennaio 1947, “con argomenti che per la loro ortodossia meritarono il pieno plauso della Civiltà cattolica”.
Anche il recepimento dei Patti Lateranensi nella costituzione di uno stato laico, repubblicano e democratico era incongruo. Essi si aprivano infatti con un’invocazione alla Santissima Trinità, e nell’articolo 1 proclamavano il cattolicesimo come religione di Stato. Inoltre, facevano un esplicito richiamo allo Statuto Albertino del 1848, e recavano la firma del Duce e il marchio del fascismo. Infine, concedevano ai cattolici privilegi in aperta contraddizione con il resto della Costituzione. In particolare, con l’articolo 3, che stabilisce che “i cittadini sono uguali di fronte alla legge, senza distinzione di religione”. E soprattutto con l’articolo 20, che afferma che “il carattere ecclesiastico e il fine di religione o di culto d’una associazione od istituzione non possono essere causa di speciali limitazioni legislative, nè di speciali gravami fiscali”!
Come è stato dunque possibile che il famigerato articolo 7 sia finito nella Costituzione? Come suggerisce Calamandrei, per capirlo bisogna andarsi a rileggere gli atti delle discussioni preparatorie, e soprattutto delle sedute plenarie tenutesi all’Assemblea Costituente dal 4 al 25 marzo 1947, culminate nelle dichiarazioni di voto di De Gasperi, Nenni e Togliatti.
Come si ricorderà, da oppositore del fascismo De Gasperi si era drizzato contro i Patti Lateranensi. Da capo del governo, aveva ormai appreso anche lui a stare in ginocchio. Prendendo per la prima volta la parola alla Costituente, dichiarò che “senza la fede e senza la morale evangelica le nazioni non si salvano”. E sostenne che bisognava approvare “una norma in cui si riconosca la paternità comune del Capo della Religione Cattolica, che ci protegge e che protegga soprattutto la Nazione italiana”. Gli atti registrano “vivissimi, prolungati applausi al centro e a destra”.
Nenni ricordò la presenza della firma di Mussolini nei Patti, e “il sospetto di una collusione [della Chiesa col fascismo] che pesa ancora sulla coscienza di molti italiani, come una macchia e una vergogna”. Aggiunse che “lo Stato laico considera la religione come un problema individuale di coscienza, ma si mantiene nella sfera della sua sovranità”. E concluse dicendo che “per consolidare la Repubblica bisogna fondare lo Stato, e lo Stato non si fonda sul principio di una diarchia di poteri e di sovranità”. Questa volta, “vivi applausi a sinistra”.
Togliatti iniziò il suo discorso ricordando “le masse di lavoratori e cittadini che ci hanno dato la loro fiducia”. E poi, a sorpresa, spiegò che bisognava tradire questa fiducia, perchè così voleva il Papa: “Non vi è dubbio che ci troviamo di fronte a un’esplicita manifestazione di volontà della Chiesa cattolica, ed è questo il punto da cui dobbiamo partire”. Ammise che “cosa è destra e cosa è sinistra non è sempre facile dirlo in politica”. E finì “convinto che in un consesso di prelati romani sarei stato ascoltato con più sopportazione”.
L’articolo 7 fu approvato per 350 voti a 149, con l’apporto determinante del centinaio di deputati comunisti. Calamandrei espresse tutto il suo disgusto per la loro “resa a discrezione”, e ricordò che “quando fu proclamato il risultato, nessuno applaudì, neanche i democristiani”. Ma il giudizio allo stesso tempo più corretto e più insultante l’ha dato il 10 dicembre 2009 il Segretario di Stato, cardinal Tarcisio Bertone, paragonandolo il discorso di Togliatti a quello di “un padre della Chiesa”, e ricevendo un’immediata approvazione da Massimo d’Alema: cioè, dal peggior erede del Migliore.
E’ anche a causa di quei “comunisti” di allora, e di questi ex-”comunisti” di ora, che l’Italia continua a rimanere in ginocchio di fronte alla Chiesa e al Papa. E’ anche con la loro connivenza e complicità che qualunque governo, ecumenicamente e impunemente, sottrae ogni anno miliardi di euro ai poveri contribuenti e li elargisce ai ricchi preti. E’ anche la loro voce che oggi si unisce all’infausto coro che celebra questa triste pagina della storia italiana."
Via con te?
Clicca qui per vedere il video incorporato.
Ecco il mio editoriale di ieri ad Annozero.
Buona visione.
La svolta di Guzzanti: ora non si può proprio non difendere il Cav
La lettera al Giornale : legittime le critiche a Berlusconi, ora però è più grave il tentativo di rovesciarlo usando l’arma impropria dei pm, così si uccide la democrazia"
sabato 12 febbraio 2011
La Russa, il ministro scalcia-giornalisti | Lorenzo Galeazzi | Il Fatto Quotidiano
Ci sono domande che non si possono fare se non si vuole rischiare di essere presi a calci. Almeno a Ignazio La Russa. Quando a margine della manifestazione “In mutande ma vivi” organizzata da Giuliano Ferrara (leggi l’articolo), l’inviato di Annozero Corrado Formigli cerca di avvicinare il ministro della Difesa per fargli alcune domande, prima la Russa dice: “con voi di Annozero non parlo. Mi faccia fare le interviste serie” per poi passare alle vie di fatto. Formigli incalza: “Se fosse dimostrato che Arcore era frequentata da prostitute minorenni, Berlusconi cosa dovrebbe fare?”. Il titolare della Difesa prima dice al cronista di “chiedere a sua sorella” e poi, manco fosse un cavallo, si mette a scalciare da dietro il povero inviato. Non contento La Russa, rivolto a Formigli, si mette a gridare a squarcia gola: “Cosa fa? Mi da pedate da dietro? Mi da pedate? Ma si levi”. Il risultato è che il giornalista di Michele Santoro, dopo essere stato preso a pestoni con il tacco della scarpa di La Russa, viene placcato dalle forze di polizia presenti in sala e identificato. Una bella maniera per non rispondere alle domande di Lorenzo Galeazzi
Le banche britanniche si preparano all’apocalisse. Virtuale
In gergo nemmeno troppo tecnico si chiama “worst case scenario” o, per usare un’espressione più criptica, “reverse stress test”. E’ un esame completamente virtuale eppure, a detta di chi lo impone, del tutto necessario. L’idea è quella di cautelarsi per ogni eventualità catastrofica. Come una guerra commerciale tra Usa e Cina, ad esempio, oppure una rivoluzione, una carestia, o magari un’eruzione vulcanica in grado di bloccare il traffico aereo per mesi (invece che per qualche giorno come accaduto ad aprile dopo il risveglio dell’islandese Eyjafjallajökull). Per farla breve siamo al classico “non-succede-ma-se-succede”, il dubbio atroce che impegna costantemente tutti gli analisti dotati di spiccato pessimismo. Solo che questa volta l’operazione è condotta su larga scala coinvolgendo nuovi soggetti che l’esame di rito, in realtà, pensavano di averlo già superato una volta: le banche del Regno Unito.
L’idea, racconta il Wall Street Journal, l’hanno avuta quei menagrami della Financial Service Authority (Fsa), il massimo organo di regolamentazione del settore finanziario britannico. In pratica si tratta di chiedere alla banche di valutare ipotetici scenari catastrofici ipotizzandone l’impatto sul mercato finanziario e sulla contabilità degli stessi istituti. Cosa accadrebbe se il Paese fosse investito da una crisi di disponibilità dei generi alimentari? E se il personale della vostra banca fosse “decimato” da una pandemia d’influenza? Sì, d’accordo, sa tanto di fantascienza (almeno nel primo mondo). Ma voi, nel caso, come vi comportereste? Per gli analisti bancari di sua Maestà le domande sono ormai familiari.
Eppure, nonostante tutto, il malcontento regna sovrano. Per molti operatori la richiesta della Fsa appare inopportuna così come lo “spreco di tempo” che ne deriverebbe. Ma ad alimentare l’insoddisfazione ci sarebbe anche altro. Gli istituti britannici e le filiali locali delle banche straniere, sostiene il Wall Street Journal, temono che la richiesta di test “apocalittici” nasconda in realtà l’imposizione di nuovi requisiti di sicurezza. Ovvero, in estrema sintesi, l’obbligo di un maggiore accantonamento di capitali “primari” e di riserve valutarie. Uno scenario del tutto in linea con le nuove norme imposte dalla Banca dei regolamenti internazionali nel cosiddetto “Basilea III”.
La Fsa non esclude l’introduzione di nuovi requisiti di capitale difendendo l’utilità del test. “Potrà sembrar loro bizzarro ma il punto è che questo (esercizio, ndr) spinge il modello di business al punto del collasso” ha dichiarato al quotidiano Usa una portavoce dell’ente regolamentare britannico lasciando intuire, forse, il vero significato dell’esame. Negli ultimi tre anni la crisi finanziaria ha messo le banche a dura prova costringendole ad affrontare scenari fino a poco tempo prima impensabili imponendo loro, implicitamente, l’obbligo di non escludere nessuna eventualità. Il problema però è che ad oggi nessun esame ha saputo rivelarsi realmente attendibile. Ovvero, per dirla in altre parole, nessuna prova si è dimostrata capace di rassicurare in pieno gli investitori.
Prendete i famosi stress test. Lo scorso anno l’Unione europea li prescrisse ai maggiori istituti del Continente e il risultato fu apparentemente lusinghiero. Eppure, nonostante le diffuse “promozioni” distribuite all’esame qualcuno pensò bene di non fidarsi. Quegli scettici dei gestori di Noster Capital, un fondo speculativo londinese, decisero ad esempio di ignorare le rassicurazioni e di “shortare” allegramente (ovvero scommettere al ribasso) i titoli di cinque grandi istituti europei che avevano passato il test: la britannica Barclays, la spagnola Banco Bilbao Vizcaya Argentaria (Bbva), la svizzera Ubs e le italiane Ubi e Intesa Sanpaolo. Sotto accusa, nell’occasione, la validità di un test che aveva escluso dalla valutazione il conteggio delle perdite sulle obbligazioni governative in deposito. Se queste ultime avessero trovato spazio nella prova, spiegarono allora gli analisti di Citigroup, l’elenco dei respinti si sarebbe allungato a 24 banche (contro le 7 su 91 riconosciute ufficialmente sulla base del test) coinvolgendo, tra gli altri, anche l’italiana Monte dei Paschi."
Innocenzi-Belpietro, fango express
Ieri, durante la puntata di l’Ultima parola, mi sono ritrovato mio malgrado testimone di questo episodio. Giulia innocenzi aveva appena finito di fare la sua domanda a Roberto Castelli: “Lei cosa pensa della direttiva che limita la libertá di informazione nei talk show. La voterà?“. Domanda intelligente, e scomoda per l’interlocutore: ma i telespettatori non hanno avuto modo di sentire una risposta. Perché la conduttrice di generazione Zero, lo spazio dedicato ai giovani nel programma di Michele Santoro, é stata subito investita da una invettiva “ad personam” del direttore di Libero Maurizio Belpietro. La sua colpa? Aver detto, in un precedente intervento: “Attenzione perché in politica non esiste solo la prostituzione femminile delle veline, ma anche quella dei maschi, e anche quella intellettuale dei giornalisti“. Apriti cielo. Belpietro é partito lancia in resta con un attacco personalizzato, brutale e politicamente scorretto alla giovane conduttrice: “Ma come, proprio tu parli? Ma perché non racconti come sei stata scelta tu, da Santoro?“. La Innocenzi inizia a rispondere, quasi impassibile: “se vuole glielo spiego io, come sono stata assunta…“. Ma il direttore di Libero ha altro da dire, e non la fa concludere: “Ma come, c’erano mille precari della Rai e pensi che non ce ne sia uno, tra loro, capace di fare due domandine come te? Davvero non sai perché sei stata scelta? Perché Santoro vi vuole tutte in un certo modo, tutte uguali, tutte in quel modo lì… Sei come quelle lì, sei una velina anche tu. Non sei una giornalista!“.
Clicca qui per vedere il video incorporato.
Belpietro prosegue, la Innocenzi non si azzittisce: “E’ evidente che lei non é interessato a sentire la risposta alla sua domanda ma solo ad insultarmi. Lei é un maleducato. Le sue sono argomentazioni insinuanti e se ne ha il coraggio le deve esplicitare. Dove vuole arrivare?“. Belpietro: “Sto dicendo esattamente quello che ho detto: tu rubi il posto ai precari della Rai. Non c’é motivo che ci sia tu e non uno di loro“. A questo punto intervengono altri ospiti. La polemica si accende. E interviene il conduttore Gianluigi Paragone: “Ho invitato io Giulia Innocenzi, perché pensavo che potesse portare contenuti interessanti in questa trasmissione“. Va in onda un servizio. Poi la Innocenzi riprende per l’ultima volta la parola. È seria. Pacata. Ironicamente amara: “I telespettatori hanno avuto la possibilitá di giudicare in diretta che cosa sia la fabbrica del fango….“. Interviene Roberto Castelli: “Ma dai, cosa c’entra la fabbrica del fango? Anche la Lega é stata attaccata dal gruppo Espresso fin dalla sua nascita, venti anni fa….“. La conduttrice di Generazione Zero: “Ma cosa c’entra? Quelli erano attacchi politici, di contenuto. Questi sono solo attacchi personali. La tattica é la delegittimazione personale di quelli che esprimono critiche e sono portatori di un punto di vista diverso: così da poter dire che siamo tutti uguali, nessuno puó arrogarsi il diritto di dissentire“.
L’episodio merita qualche riflessione. Ho sentito il bisogno di prendere la parola, e di difendere Giulia (che pure si difendeva bene da se) perché l’attacco era fondato su una balla. La Innocenzi é tutto fuorché una velina. É laureata, preparata, ha fatto politica tra i giovani di An, poi fra i radicali, é arrivata seconda alle primarie dei giovani del Pd, in uno scontro senza rete. Perché quindi l’attacco di Belpietro non é ammissibile? Perché Belpietro queste cose le sa, ma fa finta di non saperle. Perché lo schema difensivo del berlusconismo é tale da portare le intelligenze nel baratro: siccome dobbiamo difendere veline, mantenute e meretrici, allora tutte devono essere equiparate a questo livello. É questo l’errore, questo il peccato mortale che trasforma le opinioni in propaganda."
La dignità di Casini
“Cuffaro ha una grande dignità: è andato in galera fidandosi della magistratura”.
Sa rispondere solo in questo modo Pierferdinando Casini a chi, come la nostra amica Giulia di Bologna, gli chiede conto del problema politico e morale costituito dalla condanna definitiva di Salvatore Cuffaro.
Quando diede il suo consenso alla candidatura al Senato di un esponente politico in odore di mafia e condannato in appello, il “leader” dell’Udc promise: “mi assumerò la responsabilità politica di questa scelta”. In cosa consista la responsabilità politica secondo Casini, ora finalmente lo comprendiamo. Nel difendere la “dignità” di Cuffaro, ora che è stato condannato in via definitiva per favoreggiamento di mafiosi. Non scappare in latitanza dopo aver insultato i giudici, per Casini, è un segno di grande dignità. Mentre chi candida collusi con la mafia non deve ai suoi elettori, non dico le dimissioni, figurarsi, ma nemmeno delle scuse. Ecco un esempio, fresco di cronaca, di quell’analfabetismo morale, fenomeno trasversale, che ha trascinato l’Italia nell’abisso di degrado che abbiamo sotto gli occhi.
Se lo vedete in giro, ditegliene quattro anche voi. Almeno questi struzzi sappiano che non possono ingannare sempre tutti.
Atos Origin, prima azienda ‘zero mail’
la Cina come l'Egitto?
A strictly economic interpretation of events in Tunisia and Egypt would be too simplistic – however tempting such an exercise is for an economist. That said, there is no question that the upheavals in both countries – and elsewhere in the Arab world – largely reflect their governments’ failure to share the wealth.
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It may stretch credulity to think that a high-growth economy like China might soon be facing similar problems. But the warning signs are there. Given the lack of political freedoms, the Chinese government’s legitimacy rests on its ability to deliver improved living standards and increased economic opportunity to the masses. So far those masses have little to complain about. But that could change, and suddenly.
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venerdì 11 febbraio 2011
La struttura Delta - Repubblica.it
Gli storici prendano nota. Ieri, per la prima volta, si è riunita in chiaro, alla luce del sole, la Struttura Delta. Le "guardie armate" del presidente del Consiglio nella carta stampata e nella tv.
giovedì 10 febbraio 2011
Nokia abbraccia Microsoft smartphone con Windows - Repubblica.it
Per gli amanti dell'enigmistica...
3 U. in B. (per T. del C.) e' 1 R. di J. K J.
La soluzione?
Tre Uomini in Barca (per Tacer del Cane) e' un Romanzo di Jerome K Jerome
Se vi incuriosiscono, eccone alcuni .., e buona spremitura di meningi!!
mercoledì 9 febbraio 2011
Nokia, la nostra piattaforma è in fiamme | Notizie | Telefonino.net
Secondo voi, che OS adottera' Nokia ?
martedì 8 febbraio 2011
Skype vs Vodafone: guerra per il VoIP
domenica 6 febbraio 2011
E buon ultimo arrivò Baffino
Wikileaks “Come detto da Saviano scarso impegno contro la mafia”.
- hanno bisogno di essere considerati come dei modelli reali. E Saviano può ben essere su questa strada'.
'Quando gli abbiamo chiesto come il governo degli Usa, al di là della cooperazione giudiziaria, potrebbe supportare al meglio la lotta al crimine organizzato, Saviano, in aprile, ha risposto: 'Solo parlando della questione, le date una credibilita' che il resto del mondo, italiani inclusi, non può ignorare'."
“Salò” e il potere distratto della Chiesa
Avvenire vibra di indignazione. I vescovi sono sconvolti. Benché qualche cardinale difenda ancora Berlusconi, la Chiesa sembra, di nuovo, cascare dall’alto delle nuvole. La stampa del “salvare-le-apparenze” la descrive attonita. Eppure, non era difficile sapere. Anzi, era un dovere capire ed era un dovere non omettere. La Chiesa porta invece il suo gregge [...]"
Con il Gps alla guida? Più incidenti del cellulare
In Italia il navigatore scala la classifica delle cause dei sinistri, in Inghilterra il 19% di chi guida è distratto dallo schermo. E poi i suggerimenti sbagliati"
Roma e Provincia, il WiFi ferma in stazione
Grazie Minetti, ora sappiamo
Le abitudini sessuali del premier hanno purtroppo trasformato gli italiani in un popolo di ossimorici guardoni-puritani, e abbattuto la barriera che esisteva tra l’informazione e il gossip. Anche solo qualche anno fa, una persona normale si sarebbe vergognata di interessarsi quotidianamente allo squallore che alberga nelle camere da letto dei vecchi ricchi e (im)potenti!
Oggi sembra invece che, da un lato, questo genere di curiosità sia di colpo diventato un segno di impegno civile. E che, dall’altro lato, gli italiani progressisti si siano improvvisamente trasformati tutti in moralisti che si scandalizzano per cose che sono sempre avvenute nelle alcove del potere: da Churchill a Kennedy, da Craxi a Gheddafi (il quale, tra parentesi, sembra essere l’inventore e l’esportatore del bunga bunga).
Più che scandalizzarmi per i racconti che provengono dal “lettone di Putin”, io confesso di provare una grande pena per l’uomo Berlusconi. La provavo già prima, a dire il vero, alla constatazione che i miliardi di euro accumulati nella sua ormai lunga vita di disonesto e disonorato lavoro, non gli avevano certo portato allegria e felicità. Al contrario, l’avevano condannato a vivere in una condizione di perpetuo rancore nei confronti del mondo intero, circondato unicamente da yes-men e yes-women di abissale levatura: da Fede a Bondi, dalla Santanchè alla Brambilla.
Ma ora mi fa ancora più pena, vedere che un uomo che spergiura sui suoi figli ed è compatito dalla ex moglie come un malato, sia costretto a divertirsi pagando prostitute che stiano monotonamente a sentire i suoi discorsi politici, che gli cantino i suoi sciocchi inni, che gli ballino intorno agitando il culo e le tette, e che siano infine disposte a partecipare alle sue ammucchiate nella speranza di soldi e regali.
In tutto questo squallore, c’è però un raggio di sole. E’ l’ultima intercettazione della “cosiddetta signora” Nicole Minetti, che costituisce la testimonianza probatoria per le accuse che la signora Berlusconi aveva lanciato a proposito delle candidature politiche delle ambigue donne che giravano e girano attorno al marito.
Perchè i media, invece di continuare a intrattenerci passivamente pubblicando le intercettazioni e le rivelazioni a proposito dei festini del premier, non iniziano attivamente a scrutinare una per una le candidate che sono state elette alle politiche e alle amministrative di questi ultimi anni? Perchè non cominciano a chieder conto a certe “cosiddette signore” come sono diventate ministre, sottosegretarie, parlamentari, assessori e consigliere?
Un nome l’ha già fatto la Minetti stessa, e l’aveva già indicato anche Veronica Lario. Ma la “cosiddetta signora” Carfagna non è che la punta dell’iceberg, sia al governo che al parlamento, così come la Minetti lo è per i consigli regionali. Stanare le altre e lanciare una campagna per le loro dimissioni sarebbe un salutare rito di purificazione nei confronti del gossip perpetuo a cui ci ha condannati il crepuscolo del dio Berlusconi"
E Silvio riabbraccia Storace "Epurator"
Ai tempi della Prima Repubblica poteva capitare che il Movimento sociale italiano tornasse utile al potere in termini di voti, mezze alleanze, persone divenute scomode da sistemare in Parlamento ...
sabato 5 febbraio 2011
Caro Silvio, pm guardoni non potranno fermarti
Lettera di don Luigi Verzè al premier: lastricare i quotidiani con questa immondizia significa depravare l'ars politica
Elogio dell'onesto compagno Peppone e del vecchio Pci
Non sono mai stato comunista, ma ce ne fossero oggi di comunisti come quelli che gremivano le piazze e le sezioni. Nostalgia del vecchio Pci, di Gramsci, dei sindaci Peppone...Ma è come rimpiangere gli orologi a cucù
Mozilla: Firefox 4 ha un (nuovo) ritardo
IPv6 è vicino, l'ultimo blocco IPv4 è stato assegnato
Il momento del passaggio a IPv6 è sempre più vicino. Ieri l’Asia Pacific Network Information Centre (APNIC) ha annunciato che le sono stati assegnati gli ultimi 2 /8 blocchi di indirizzi da parte della Internet Assigned Numbers Authority (IANA).
Questo significa che ora la IANA assegnerà gli ultimi 5 /8 blocchi rimanenti uno ad ogni Regional Internet Registries (RIR). Di fatto questo decreta la fine delle assegnazioni da parte della IANA. In questi mesi ogni RIR si occuperà di fornire gli indirizzi IPv4 alle azienda che ne faranno richiesta, ma non ci vorranno molti mesi prima che li esauriscano completamente. Secondo le stime presentate i RIR pensano di rimanere senza indirizzi IPv4 da assegnare entro la fine dell’anno, qualcuno li finirà molto prima.
Purtroppo l’adozione di IPv6 da parte dell’industria si è rivelata finora piuttosto scarsa a causa dell’indolenza del management, ma è importante non farsi trovare impreparati quando inizieranno ad esserci client o servizi disponibili solo su IPv6.
Via | EnterprisenetWorkingPlanet
IPv6 è vicino, l'ultimo blocco IPv4 è stato assegnato é stato pubblicato su ossblog alle 09:30 di mercoledì 02 febbraio 2011.
UE, emergenza innovazione
Le buone nuove di Chrome 9
venerdì 4 febbraio 2011
Alemanno, l'Expo, e 1'400'000 € ...
1,4 milioni per un sito web: nuova bufera su Alemanno
Polemica dopo la rivelazione della cifra pagata dal Comune per il portale costruito per la partecipazione di Roma all'Expo di Shanghai. Il sindaco spiega: "E' una piattaforma per tutti gli eventi internazionali". Ma il Pd si rivolge alla Corte dei conti
Oltre un milione trecentosettantamila euro. Per un sito internet che finora è stato aggiornato per una settimana scarsa. Nei giorni della partecipazione della città di Roma, con un suo stand, all’Expo 2010 di Shangai. Poi niente più. E così quando la cifra viene svelata, quando la notizia inizia a diffondersi, un’altra bufera si abbatte su Roma capitale e sul sindaco Gianni Alemanno. Con il Pd che già annuncia un esposto alla Corte dei conti. Perché la cifra spesa appare “esorbitante” e “senza nessuna giustificazione”, dal momento che il Campidoglio ha già un proprio portale. E allora si tratterebbe, denunciano i democratici della capitale, di un “uso vergognoso di fondi pubblici: 350 mila euro per ognuno dei quattro giorni in cui il sito è stato a pieno regime”.
E per dimostrare la follia della cifra (tra l'altro, il sito è fatto cno un CMS open source..) ecco un preventivo alternativo...
martedì 1 febbraio 2011
Il patto per la crescita di B. preso (quasi) sul serio
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Andiamo avanti. Lei, leggo, vuole cambiare l’articolo 41 della Costituzione. Capisce che è simbolico, vero? Va bene, glielo concedo. Come vuole che lo riformuliamo l’articolo 41? Ha tre frasi. La prima dice che “L’iniziativa economica privata è libera” e questo di sicuro le va bene, giusto? La seconda dice che “non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da arrecare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana”. Cosa togliamo? L’utilità sociale? Diciamo che l’iniziativa economica può anche far danno? O è la libertà che vuole togliere? O forse è la nozione di “dignità umana” che dà fastidio al suo ministro Tremonti? O forse è la terza frase che vuole abolire? Dice che “la legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali”. Togliamo questa? Lei capisce che, se la togliamo, da un lato non possiamo più impedire ai delinquenti di vendere veleno invece di medicine ma, dall’altro, non possiamo più impedire ai suoi concorrenti televisivi di entrare nel mercato e far crollare il monopolio dell’informazione che lei detiene?
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