domenica 30 gennaio 2011

Un no forte e chiaro al federalismo leghista. La nuova legge porcata

Un no forte e chiaro al federalismo leghista. La nuova legge porcata: "

E’ ora di farsi sentire. Sono anni che si ascoltano fandonie sul federalismo in salsa leghista. Viene spacciato come la panacea di tutti i mali. Nessun costo, miglioramento delle condizioni economiche del nord e del sud, diminuzione della spesa pubblica. Insomma una bacchetta magica che farà sparire d’incanto tutti i nostri problemi. Intanto il decreto sul federalismo fiscale introdurrà fin da subito tre belle nuove tasse comunali. Un vero passo avanti per le tasche dei cittadini che non aspettavano altro e soprattutto in linea con il programma del centrodestra propagandato a colpi di slogan del tipo: “Non metteremo le mani in tasca degli italiani “, oppure ”Aboliremo l’ICI “. Non c’era scritto aumenteremo le tasse locali, o sostituiremo l’ICI con l’IMU che ha un’aliquota più alta. Se è vero che il PIL pro capite al sud è di 17.900 euro ed al nord è di 31.000 euro a persona, che le famiglie più indebitate si trovano in Sicilia, Calabria e Campania e che i depositi bancari pro capite sono la metà al sud rispetto al nord, (fonti Adiconsum, Banca d’Italia e Istat) come si può pensare di introdurre il federalismo fiscale spostando risorse dai comuni del sud ai comuni del nord? E’ normale che io paghi meno tasse se il mio reddito è la metà di un’altra persona. Con la progressività dell’imposta io pagherò meno della metà. Il sistema fiscale è stato concepito per redistribuire le risorse ed evitare il più possibile la concentrazione della ricchezza. La domanda è se sia giusto che il mio comune mi eroghi meno della metà dei servizi. Tutta la propaganda leghista dei trasferimenti dal nord al sud non tiene mai conto di quanto prevede la Costituzione sulla progressività dell’imposizione fiscale e sul principio di redistribuzione. Il gap tra crescita dei redditi del sud e crescita dei redditi del nord è il vero problema. La velocità di crescita di questa differenza nell’ultimo decennio è aumentata, non è diminuita. In 8 anni su 10 il ministro filo-leghista Tremonti ha governato le variabili economiche, creando le condizioni per l’introduzione del federalismo. In pratica le politiche filosettentrionali hanno acuito tale differenza creando anche problemi al fatturato delle aziende settentrionali che per un buon 32% (fonte Unicredit) dipende dai consumi meridionali. Risultato l’Italia non cresce, il sud è sempre più povero ed indebitato. Colpo di grazia finale? Il federalismo fiscale. Il problema dell’assistenzialismo è certamente più grave al sud che al nord (anche se tangentopoli ha dimostrato che nel settentrione il rapporto stato-aziende è tutt’altro che efficiente), ma la soluzione non è l’introduzione del federalismo in salsa leghista. Un federalismo più razionale e meno costoso potrebbe essere concepito solo dopo un processo di riavvicinamento tra le due aree economiche. Che fine hanno fatto le zone franche urbane, ad esempio? Questa misura è stata via via depotenziata dall’ultimo governo. Era la chiave di volta che poteva far riprendere molte zone meridionali. Non sia mai che si corra il pericolo che qualche azienda con sede al nord possa trovare più conveniente spostarsi al sud. Non sia mai che qualche azienda straniera venga attratta sul nostro territorio, stiamo scherzando? Alla fine la legge del 2007 e passata al vaglio dalla Commissione europea è stata totalmente stravolta . Sono state individuate solo 22 zone (in Sicilia Erice, Gela e Catania) e gli sgravi fiscali e previdenziali sono stati sostituiti da contributi statali difficili da ottenere e la legge è di fatto disapplicata e affatto pubblicizzata. Le pistole fumanti sono tante e gli esempi da fare sono innumerevoli. Futuro e Libertà è un partito che nel suo DNA costituente avrà e deve avere il principio di coesione ed unità nazionale. Deve riflettere bene se aderire ad un progetto di riforma federale voluta disegnata e proposta da un partito che si chiama Lega Nord per l’Indipendenza per la Padania e che all’art. 1 del suo statuto recita: “…il movimento ha per finalità il conseguimento dell’indipendenza della Padania attraverso metodi democratici e il suo riconoscimento internazionale quale Repubblica Federale indipendente e sovrana “. Ci si vuole rendere complici di un progetto secessionista? Come fidarsi di Calderoli l’autore della legge porcata che ha disegnato la cornice del federalismo fiscale insieme a Tremonti e Bossi? Ci vogliamo ricadere?

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