http://miojob.repubblica.it/notizie-e-servizi/notizie/dettaglio/la-fine-del-posto-stabile-solo-al-6-dei-neolaureati/3813002
Scende a minimi assoluti la quota dei giovani che entrano in azienda con un contratto a tempo indeterminato. Sei anni fa erano più del triplo. Lo stage diventata la prima modalità di inserimento. Per chi viene assunto, la prima paga oscilla tra i 22 mila e i 26 mila euro. La migliore retribuzione nel chimico e farmaceutico. I risultati dell’indagine di Gidp sul rapporto tra imprese e giovani che escono dagli atenei italiani.
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Sembra così si stia compiendo, di questi tempi, dopo l'introduzione negli anni di norme che favorivano forme atipiche di lavoro, un altro piccolo passo verso la fine del contratto a tempo indeterminato. Contratto che arriva sempre più tardi, se mai arriva. La crisi economica, reale causa di un ulteriore restringimento delle chance per posti fissi o, almeno in parte, occasione da cogliere per ridurre i costi a scapito delle risorse umane, sembra stia ponendo fine a quello a cui molti guardano ancora come a un legittimo bisogno. Mentre altri, spesso da posizioni di privilegio, lo considerano un mito da superare e alcuni, anche tra chi governa, sembra oscillare tra posizioni contradditorie (ricordate la dichiarazione di Tremonti a ottobre dell’anno scorso?).
mercoledì 21 luglio 2010
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