Nella reazione di protesta che si è levata contro l’ipotesi che la Nutella possa subire ben precise limitazioni alla sua etichettatura c’è qualcosa che induce a riflettere.
Il nuovo regolamento approvato dall’Europarlamento riordina e aggiorna le diverse disposizioni europee riguardanti l’etichettatura alimentare e impone che sulla facciata principale ogni prodotto indichi le quantità di grassi, grassi saturi, glucidi, sale ed energia (calorie) contenute. A lato di tutto ciò dovrà essere collocata una tabella con le linee guida sulle quantità giornaliere che dovrebbero essere assunte da un adulto per ognuno di questi nutrienti, indicate per 100 grammi o 100 millilitri di prodotto.
In sostanza, si apre nei riguardi dei grassi un fronte analogo a quello che – negli scorsi anni – ha portato a quei nuovi (orrendi) pacchetti di sigarette che riportano frasi inquietanti e iettatorie, ricordando in ogni momento che il fumo uccide, fa male alla salute, causa impotenza e via dicendo. In definitiva, l’idea del legislatore europeo è che ogni produttore debba necessariamente seguire i medesimi criteri di trasparenza e informazione, essenzialmente improntati a igienismo alimentare.
Sia chiaro: essere informati è una bella cosa. Ma allora perché tante reazioni negative di fronte alla scelta del Parlamento europeo, che comunque dovrà passare al vaglio del Consiglio?
Il motivo è che questo regolamento non solo danneggia il prodotto della Ferrero e tutti i prodotti analoghi, ma al tempo stesso infastidisce i fan della crema prodotta dalla Ferrero. I consumatori sanno bene che nel barattolo trovano cacao, nocciole, zucchero e così via, ma anche simboli e suggestioni. Imporre alla Nutella di riportare in grande evidenza quei dati significa in qualche modo distruggere uno dei (non numerosissimi) piaceri della vita.
Mi piace anche pensare che nei molti gruppi che su Facebook si stanno organizzando a difesa di questo prodotto vi sia pure la consapevolezza che il paternalismo è un atteggiamento irrispettoso della libertà altrui. Il cliente ha diritto a essere informato: se lo vuole. Ma se non vuole che continuamente gli si ricordi quanto male fanno le sigarette e quanto fanno ingrassare i glucidi, ha il diritto di essere lasciato in pace. Nemmeno ai condannati a morte è mai stata negata una boccata di fumo in tranquillità…
Va aggiunto come ogni sistema di regolamentazione rappresenti una limitazione alla proprietà. La Ue pretende di dire ai produttori di beni alimentari come devono lavorare e pretende di limitare il raggio delle scelte dei consumatori. La conseguenza, però, è che non soltanto si lede la libertà di iniziativa e la libertà di scelta, ma al tempo stesso si opera una deresponsabilizzazione dei soggetti.
Nei gruppi dei social network dedicati alla Nutella (che qualche volta superano il milione di persone!) giungono molti commenti che enfatizzano come effettivamente i veri problemi siano altri. Con molto buon senso, da più parti si invitano i parlamentari a occuparsi di questioni più rilevanti, smettendo d’infastidire chi è intento a spalmarsi un po’ di crema sul pane. La considerazione è sensata, però forse non coglie come il legislatore sia persuaso di operare in vista di un bene tutt’altro che marginale (la nostra salute), convinto che fare questo sia suo preciso diritto e dovere. Alla fine, però, ci si rende conto che perfino la salute del nostro corpo non è più del tutto nostra, dato che altri se ne occupano, e questo fino al punto di entrare in simili minuzie.
Dietro la questione della Nutella, allora, non ci sono solo piccoli piaceri messi a rischio da politici impiccioni. Alla base della controversia c’è il contrasto tra una società basata su libertà e responsabilità, e sulla convinzione che gli uomini possono diventare migliori amministratori di loro stessi (anche sotto il profilo alimentare) se vengono lasciati in pace, e una società tendenzialmente sempre più amministrata, in cui un Grande Fratello anonimo pretende di salire in cattedra e disporre della nostra giornata.
Può darsi che limitare il consumo della Nutella faccia bene, ma è egualmente salutare anche fare un’oretta di corsa leggera tutte le mattine. A quando l’introduzione di esercizi ginnici obbligatori?
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