Rido.
Ancora oggi rido.
Rido al ricordo del suo sensualmente asimmetrico sorriso,
che immaginavo fosse tutto per me.
Rido al ricordo del suo dolce sguardo su di me,
che sognavo replicasse in lei i miei pensieri.
Piango.
Ancora oggi piango.
Piango se penso a quando, inutilmente, cercò di fermare la mia anima
che rotolava giù verso il burrone.
Piango se penso a quando, infine, la costrinsi a voltarmi le spalle,
a spezzare la corda del mio cuore.
Fu il mio egoismo ̶ o l'autodifesa? ̶ che mi spinse a processarla, a giudicarla, a condannarla.
Spazzai via il suo ricordo sotto un tappeto di false malignità,
ne dannai persino il nome, pur di nascondere a me stesso la verità:
notare una bellissima rosa tra le erbacce, non basta per poterla cogliere.
Ringrazio.
Ancora oggi ringrazio il Destino.
Lo ringrazio ogni momento in cui osservo il tuo sincero sorriso,
che mi concede l'infinita gioia di sentirmi tuo per sempre.
Lo ringrazio ogni volta che incroci il mio sguardo smarrito,
che ti consente di leggere ogni mio più stupido pensiero.
Giuseppe Ferrari
venerdì 15 aprile 2011
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