Lo aprii nel 2006, poco prima della morte di Litvinenko e del mio massacro, in seguito ad una serie di miei articoli pubblicati sul Giornale in cui, dall’interno, sferzavo Forza Italia e ricevetti migliaia di lettere di lettori di destra stanchi di quel partito.
L’insieme dei loro indirizzi formò la base di partenza per Rivoluzione Italiana. Poi il mio frondismo si accentuò en d entraronomolte persone di sinistra o comunque antiberlusconiane e quando lasciai il Pdl fui accolto dal loro applauso mentre la vecchia guardia berlusconiana del blog se ne andava sdegnata.
Oggi la vecchia guardia antiberlusconiana, se ne vuole andare sdegnata, ma già che c’è lancia caterve di insulti. Insulti ieri da destra, insulti oggi da sinistra, questo blog è diventato lo specchio dell’Italia. Moltissimi, da destra e da sinistra, torturano me e i miei figli usandoci gli uni contro gli altri. Vergognatevi.
Naturalmente ci sono decine e decine di eccezioni, amici carissimi e fertilissimi, gente unica che ha dato e dà qui dentro il meglio di sé, sicché questo blog è anche una delle palestre più raffinate di dibattito e scontro alto nel web italiano.
Ma sotto, c’è il fango italiano, la furia, la famosa “indignazione”: Ma l’avete letto il bel libretto di Pietro Ingrao “L’indignazione non basta” (editore Aliberti, il mio editore)?
Leggetelo: l’indignazione è una cazzata, non è una virtù ma un vizio, è una scorciatoia per i pigri e gli imbecilli.
L’indignazione è il linciaggio ed è parente dell’approssimazione, dell’assalto al Parlamento, del lancio di monetine, di piazzale Loreto, del cattocomunismo e cattofascismo italici, è la palestra dei luoghi comuni, la fossa comune della ragione.
Per questo e soltanto per questo ho voluto qui analizzare e svelare il FALSO di quanto urlato e gridato nelle piazze, nei blog e nel mio blog, sulla fine della giustizia nei processi per gli omicidi colposi di Viareggio e della casa dello studente dell’Aquila.
Sono dovuto andare a scovare insieme a un mio amico che sa di legge il sesto comma dell’articolo 157 per scoprire che era tutta una cazzata, quell’indignazione esemplare, quelle urla da tricoteuses, da sanculotti.
Balle. Falsi, bevuti e fatti bere come cicuta.
Allora, quando uno dimostra che i casi esemplari erano falsi, i falsari non chiedono scusa (salvo alcune persone perbene che avevano senza colpa creduto il falso), ma spostano il tiro: e allora perché avete fatto quella legge se neanche ammazzai processi di Aquila e Viareggio (logica bestiale)?
E seguitano a ripetere il mantra secondo cui questa legge è stata fatta da SB per salvarsi nel suo scontro giudiziario, personale, penale e politico con alcune procure.
Io sono convinto che SB abbia un comportamento del cazzo, in senso proprio, con le donne e che i fatti suoi privati diventando pubblici costituiscono un grave fatto pubblico e ci ho scritto sopra un libro, “Mignottocrazia” che seguita ad andare forte come un treno. Io voglio che Gheddafi cui lui ha baciato la mano sia bombardato e cacciato e anche processato.
Voglio che l’Italia sia liberi dal protettorato russo cui SB l’ha sottoposta.
Non ritiro un’accusa, non una parola.
E sono convinto che questa legge tolga parecchie castagne dal fuoco a SB, e dunque sia largamente – anche – una legge ad personam, ma che introduca elementi di razionalità e alcuni punti fermi. E’ un compromesso e oggi secondo me è stagione di compromessi per evitare il peggio.
Qual è il peggio? L’ho detto e lo ripeto: il peggio è che oggi questo Paese vada alle urne senza una dirigenza di ricambio, un leader, una maggioranza politica che esprima una politica. Una maggioranza che vada da Vendola e Fini passando per Di Pietro non è nulla.
Ho tentato per due anni di costruire qualcosa, ma il qualcosa è fallito.
Il 14 dicembre ho votato la sfiducia a Berlusconi e quella sfida è stata persa: non c’era una maggioranza nel Parlamento e secondo me non c’è tuttora nel Paese una maggioranza alternativa. E non penso affatto che “qualsiasi cosa, qualsiasi governo, qualsiasi accozzaglia” sia meglio di questo governo.
Questo governo è pessimo, ma ogni attuale prospettiva diversa è ancora peggio. E’ un fatto.
Come è un fatto che l’indignazione non è una categoria politica, né una categoria morale.
Al contrario, è un alibi politico e un alibi morale e il mio smascheramento della faccenda Aquila-Viareggio l’ha dimostrato come caso esemplare.
Tutta la mia vicenda con la Commissione Mitrokhin e la mostruosa e ancora funzionante trappola con cui fummo ridotti al silenzio o alla tomba, fu una vicenda in cui alcuni cittadini togati si distinsero per comportamenti che da soli farebbero urlare all’immediata necessità di una riforma radicale, ma direi rivoluzionaria contro l’uso politico della giustizia, che è sempre a senso unico.
Magistrati comunisti? Ma per carità!
Ce n’è di comunisti e di destra, di cattolici progressisti e anche alcuni conservatori, ma quelli che rovinano la giustizia in senso politico si distinguono per usare la legge a fini politici.
Lo so anche, ma non soltanto, per esperienza personale: con sovrano sprezzo della legge, i miei telefoni furono messi illegalmente sotto controllo con un sotterfugio, e le registrazioni delle mie telefonate furono ascoltate per ore dalla giunta per le autorizzazioni a procedere del Senato della Repubblica. Quelle intercettazioni illegali riguardavano conversazioni in inglese fra me e i miei bambini ed erano private, personali e illegali, fatte e usate contro la legge.
Un caso personale?
Ma manco per il cazzo !!
Un caso universale che riguarda tutti perché rivela un metodo, una forma di praticare la violazione della legge, della Costituzione e del decoro.
Berlusconi ha tonnellate di colpe, l’ho scritto detto, stampato e ripetuto.
Ma non c’è dubbio che l’addensamento dei suoi guai giudiziari si produce quando da imprenditore si fa politico: da allora una cuspide percentuale di guai giudiziari fa di lui un uomo bersaglio. Nulla da eccepire? Ma andiamo.
A chi l’andate a raccontare? Certo, ci sono anche le gravi colpe di Berlusconi, ma Berlusconi passa e il sistema resta e quel sistema cui mi riferisco non è fatto soltanto da intrepidi e validi magistrati, ma anche da alcuni personaggi che non vorrei avere più fra i piedi, anche perché i magistrati traggono la loro legittimità da un concorso, e dunque non costituiscono in alcun modo un “potere” come ai tempi di Montesquieu, quando la distinzione dei tre “poteri” – esecutivo legislativo e giudiziario – era tale perché non esisteva la democrazia e dunque l’esecutivo dipendeva dal Re che a sua volta traeva la sua autorità direttamente da Dio.
Ma in una democrazia parlamentare il “potere” è tutto e soltanto del popolo che lo esprime attraverso i suoi rappresentanti in Parlamento, nelle assemblee locali, eleggendo i governatori regionali. Tutto il resto è potere di secondo grado, come il Presidente della Repubblica eletto dagli eletti, o non è un potere ma una funzione. Punto e fine della storia.
Ma il blog? Il blog si è incanaglito e sta spurgando fiele, merda, insulti, e tutto all’insegna dell’Indignez-vous contro cui è insorta la mente limpida del vecchio Pietro Ingrao, comunista ma anche ex Guf che marcia verso il secolo di vita.
Indignarsi è così liberatorio, così facile, dà tante soddisfazioni: ci si ritrova tutti sotto gli stessi cartelli a urlare le stesse parole d’ordine, non importa se corrispondenti o no alla verità e alla realtà.
E allora si pone per me il problema: che fare di questo luogo che ho creato io e che è unico nel panorama on line italiano?
Io me lo passo e curo da solo. Che sia malato o in viaggio, di domenica e a Natale: sono l’unico parlamentare in Europa che lo fa, da solo, tutti i giorni, notte e giorno, con l’iPhone o con liPad, a letto e a pranzo, per strada e al computer. Pago anche parecchi soldi e spendo molto tempo che potrei usare per avere più cura di me e delle persone che amo.
E allora la tentazione di mandare tutto all’aria c’è e ce l’ho e ancora dura.
In fondo, chi me l’ha ordinato: il dottore?
Perché devo pubblicar a spese mie gli insulti che una canaglia anonima e merdaiola mi riversa qui dentro con parole tutte uguali, ideuzze tutte vecchie e rancide, battute ricopiate e tutte stantie. Perché devo fare il cameriere di Bomboloppo, che è un anonimo?
Poi ci sono i casi degli amici eccellenti, di destra e di sinistra e di non so dove altro.
Ci sono genialità e culture, umanità e persone fantastiche. Questa è casa loro, anche.
E allora che fare? Certo, potrei censurare, tagliare, espellere.
Ma è una fatica. E’ un’azione di polizia e di pulizia.
E dunque? Parlare di autodisciplina non serve. Di autocontrollo nemmeno. Vi chiedo lumi.
Allo stato attuale, senza precipitare le cose, sono più per chiudere che per tenere.
Sono stanco, sono nauseato non dalle “critiche” (ce ne fossero), ma dall’aggressività cialtrona.
Ecco, vorrei sentire la vostra voce.
Grazie
sabato 16 aprile 2011
Perché tenere aperto questo blog?
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