lunedì 28 marzo 2011

Tagliare i costi per l'innovazione può far fiorire il FLOSS

Tagliare i costi per l'innovazione può far fiorire il FLOSS: "

Il FLOSS può essere scaricabile gratuitamente, ma si tratta comunque di software e come nel caso di quello proprietario ha dei costi che qualcuno deve sostenere. Questa frase non è l’ultima sparata di Steve Ballmer, Larry Ellison o qualche altro personaggio di quella risma, ma un’affermazione di Neil Levine di Canonical.


Ovviamente con quelle parole non aveva intenzione di nascondere i vantaggi che il FLOSS ha sulle alternative proprietarie, ma di quello che serve affinché un progetto raggiunga le sue piene potenzialità portando contemporaneamente ad un risparmio economico ed una trasformazione del mercato.


La critica che fa Levine è che molti business legati al FLOSS finiscono per diventare un po’ troppo simili ai loro concorrenti proprietari e, quindi, si finisce per pagare, più o meno evidentemente, una licenza per ogni computer. Facendo un esempio pratico perché essere obbligati a pagare per il supporto sui server di sviluppo quando il personale presente è in grado di gestirlo autonomamente ed avrebbe bisogno solamente di un supporto rapido per i problemi sui server business critical?




Secondo Levine il FLOSS avrebbe dovuto spezzare le barriere che c’erano sul mercato e far andare in bancarotta vecchi giganti come Microsoft ed Oracle grazie alla sua velocità di sviluppo e possibilità di personalizzazione. Purtroppo si è vinto qualche battaglia, ma la guerra non è stata un successo. Come possiamo notare attorno a noi Linux è in utilizzato in moltissimi ambienti eterogenei, ma il FLOSS sul desktop è ben lontano dalla dominazione. Si vede in giro, ma non ha ancora sviluppato un’importante ecosistema al di fuori dei sistemi operativi liberi.


Per ottenere veramente il massimo le aziende dovrebbero ripensare le logiche di business ed aggredire il mercato portandolo nella direzione che più le avvantaggia. Ricapitolando, il valore sta nel servizio e nel supporto che viene offerto ed il software è solo un mezzo per ottenere questi risultati. Levine vorrebbe che si pensasse al software in maniera diversa dal passato, ponendo l’accento non sul costo di gestione di un software, ma del costo per ottenere un’innovazione. Un software proprietario è una barriera per lo sviluppo, mentre uno libero può più facilmente adattarsi per aiutare a sviluppare un nuovo business.


Proviamo a fare un esempio. Se serve una certa quantità di denaro per ogni macchina su cui far girare un servizio, si può facilmente arrivare a dei costi notevoli anche per un solo prototipo. Il costo del software diventa quindi un ostacolo allo sviluppo. Se invece si può testare e validare facilmente il prototipo di un servizio sarà poi più facile ottenere l’autorizzazione per un contratto di supporto e/o servizi. Un po’ quello che sta cercando di fare Canonical con Ubuntu.


Via | TheRegister



Tagliare i costi per l'innovazione può far fiorire il FLOSS é stato pubblicato su ossblog alle 17:00 di mercoledì 23 marzo 2011."

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