Perché alcune lingue hanno una struttura sintattico-grammaticale semplice e altre estremamente complessa? Secondo la concezione più diffusa questa differente articolazione sarebbe semplicemente legata a cambiamenti casuali avvenuti in contesti storico-geografici separati: due lingue molto differenti, come l'inglese e il turco, dovrebbero le loro differenze soprattutto alla loro storia, che le ha tenute lontane nello spazio e nel tempo.
Ora, come illustrano in un articolo pubblicato sulla rivista on ad accesso pubblico PloSOne, Gary Lupyan dell'Università della Pennsylvania e Rick Dale dell'Università di Memphis hanno individuato una più profonda correlazione fra certe caratteristiche dell'ambiente sociale e alcune proprietà strutturali delle diverse lingue.
Grazie a una accurata analisi statistica, la più ampia mai condotta, che ha preso in esame oltre 2000 lingue, i due ricercatori hanno infatti trovato interessanti relazioni fra caratteristiche demografiche di una lingua, come la dimensione della popolazione che la parla e la sua diffusione, e la complessità grammaticale.
Le lingue parlate da un ampio numero di persone e quelle che si sono più diffuse nel mondo hanno grammatiche molto più semplici, specie per la morfologia, rispetto a quelle con pochi parlanti e una diffusione ristretta. Le lingue parlate da più di 100.000 persone, per esempio, hanno una probabilità sei volte maggiore di avere coniugazione dei verbi semplice rispetto a quelle parlate da meno di 100.000 persone.
In particolare, le popolazioni molto numerose tendono ad avere sistemi di pronomi e numerici più semplici, con un minor numero di casi e di generi e solitamente non usano regole complesse per prefissi e suffissi.
"L'inglese, ha una grammatica relativamente semplice", osserva Lupyan. "I verbi sono semplici da coniugare e i nomi sono declinati al plurale per lo più aggiungendo una 's'. In confronto i linguaggi dell'Africa occidentale, come l'hausa, hanno decine di modi per ottenere il plurale e in molte lingue, come il turco, l'aymara, il ladakhi o l'ainu, verbi come 'conoscere' includono informazioni sulla fonte della conoscenza del parlante. Questa informazione è spesso veicolata attraverso regole complesse di cui le lingue più diffuse, come il Mandarino, sono prive."
"Le lingue evolvono all'interno di particolari nicchie. Per quanto tutti i linguaggi debbano poter essere appresi dai bambini, esistono fenomeni come le migrazioni o le colonizzazioni che fanno sì che essi debbano essere acquisiti da adulti: ciò significa che gli aspetti del linguaggio più complessi verranno più difficilmente trasmessi alla generazione successiva. Come risultato, le lingue parlate da più persone su un territorio geografico più esteso tendono a diventare morfologicamente più semplici nel corso delle generazioni", scrivono Lupyan e Dale.
Resta da spiegare perché le lingue con pochi parlanti siano così complesse. Secondo i ricercatori caratteristiche come i generi grammaticali e i sistemi di coniugazione complessi, difficili da padroneggiare per un adulto, possono in realtà rendere più facile l'apprendimento del linguaggio al bambino piccolo in quanto creando una rete di informazioni ridondanti che fornisce molti indizi sul significato delle parole e su modo di collegarle.
(http://lescienze.espresso.repubblica.it/articolo/Come_la_struttura_sociale_determina_la_grammatica/1341829)
Ora, come illustrano in un articolo pubblicato sulla rivista on ad accesso pubblico PloSOne, Gary Lupyan dell'Università della Pennsylvania e Rick Dale dell'Università di Memphis hanno individuato una più profonda correlazione fra certe caratteristiche dell'ambiente sociale e alcune proprietà strutturali delle diverse lingue.
Grazie a una accurata analisi statistica, la più ampia mai condotta, che ha preso in esame oltre 2000 lingue, i due ricercatori hanno infatti trovato interessanti relazioni fra caratteristiche demografiche di una lingua, come la dimensione della popolazione che la parla e la sua diffusione, e la complessità grammaticale.
Le lingue parlate da un ampio numero di persone e quelle che si sono più diffuse nel mondo hanno grammatiche molto più semplici, specie per la morfologia, rispetto a quelle con pochi parlanti e una diffusione ristretta. Le lingue parlate da più di 100.000 persone, per esempio, hanno una probabilità sei volte maggiore di avere coniugazione dei verbi semplice rispetto a quelle parlate da meno di 100.000 persone.
In particolare, le popolazioni molto numerose tendono ad avere sistemi di pronomi e numerici più semplici, con un minor numero di casi e di generi e solitamente non usano regole complesse per prefissi e suffissi.
"L'inglese, ha una grammatica relativamente semplice", osserva Lupyan. "I verbi sono semplici da coniugare e i nomi sono declinati al plurale per lo più aggiungendo una 's'. In confronto i linguaggi dell'Africa occidentale, come l'hausa, hanno decine di modi per ottenere il plurale e in molte lingue, come il turco, l'aymara, il ladakhi o l'ainu, verbi come 'conoscere' includono informazioni sulla fonte della conoscenza del parlante. Questa informazione è spesso veicolata attraverso regole complesse di cui le lingue più diffuse, come il Mandarino, sono prive."
"Le lingue evolvono all'interno di particolari nicchie. Per quanto tutti i linguaggi debbano poter essere appresi dai bambini, esistono fenomeni come le migrazioni o le colonizzazioni che fanno sì che essi debbano essere acquisiti da adulti: ciò significa che gli aspetti del linguaggio più complessi verranno più difficilmente trasmessi alla generazione successiva. Come risultato, le lingue parlate da più persone su un territorio geografico più esteso tendono a diventare morfologicamente più semplici nel corso delle generazioni", scrivono Lupyan e Dale.
Resta da spiegare perché le lingue con pochi parlanti siano così complesse. Secondo i ricercatori caratteristiche come i generi grammaticali e i sistemi di coniugazione complessi, difficili da padroneggiare per un adulto, possono in realtà rendere più facile l'apprendimento del linguaggio al bambino piccolo in quanto creando una rete di informazioni ridondanti che fornisce molti indizi sul significato delle parole e su modo di collegarle.
(http://lescienze.espresso.repubblica.it/articolo/Come_la_struttura_sociale_determina_la_grammatica/1341829)
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