sabato 30 gennaio 2010

Ipotesi di autocomplotto

Ipotesi di autocomplotto: "fifo

Da Il Fatto Quotidiano del 30 gennaio 2010

Grazie a Massimo Tartaglia, il collega squilibrato che l’ha colpito con un souvenir, il Banana era riuscito a far dimenticare Veronica, le euroveline, Noemi, Patrizia e i ponti aerei di gnocca aviotrasportata su voli di Stato nelle sue varie residenze. Svanite anche le dieci domande di Repubblica, dopo le dieci non-risposte date nel libro di Vespa e i casi Marrazzo e Delbono. Grazie a D’Alema, poi, la Puglia era tornata a essere un caso politico e non un serbatoio di escort presidenziali. Poi, due giorni fa, è uscito Panorama con lo scoop dell’indagine di Bari sul complotto internazionale, subito smentita dalla Procura e confermata da Panorama (quindi una balla). E il caso Banana-D’Addario è tornato al centro dell’attenzione. Anche perché la patacca è stata rilanciata dal Giornale e da Libero. Ora persino Minzolini potrebbe scoprire l’esistenza di Patrizia.

Ancora una volta, non bastando i casi Boffo e Fini, i signorini grandi firme rovinano le strategie comunicative del pover’ometto che li paga. “Esclusivo. Il piano organizzato a tavolino per mettere alle corde Berlusconi. I registi: politici, magistrati e giornalisti. E un gruppo di personaggi disposti a tutto” (anche a portarsi la D’Addario nel lettone di Putin e a candidarla a Bari).
Il Giornale: “Complotto contro il premier. Panorama rivela un’indagine segreta” (così segreta che nemmeno la Procura ne sa nulla). Libero: “Sputtanata. Crollano le accuse della D’Addario. Toghe, politici e giornali d’accordo per rovinare Silvio. Patrizia era l’esca” (chi fosse il tonno è superfluo precisarlo). Cogliamo fior da fiore dagli articoli di Giorgio Mulè, sagace direttore di Panorama, e di Giacomo Amadori, autore dello scoop mondiale. “A noi – comunica Mulè restando serio – interessano i fatti”. Perbacco. “Gli inquirenti sono sul punto di alzare il coperchio su una trama maleodorante”. Slurp. “Berlusconi vittima di complotto, la D’Addario ‘agente provocatore’ manovrata da Tarantini, Tarantini ‘terminale’ di spregiudicati burattinai politici, a loro volta legati a giornalisti”. Ma “sotto la lente degli inquirenti” (e dove, se no?) “ci sarebbero perfino magistrati in servizio a Bari”. Roba forte, anche perché “il capo della Procura Laudati è tutto fuorché uno sprovveduto”: “si muove coi piedi di piombo” ed “estrema riservatezza” (per questo smentisce: è schivo), è “affilato e distinto”, usa un “metodo investigativo che, per giungere alle conclusioni, si basa sui fatti e sull’analisi di tutti i particolari che gravitano intorno a essi”. Mica bruscolini.

Dunque la Mata Hari del Tavoliere fu “selezionata e consegnata a Tarantini” perché la infilasse nel lettone di Putin. Quella sera l’anziano premier stava ultimando la consueta partita a rubamazzo con Bondi, Cicchitto e Capezzone, che perdevano apposta per non farlo star male, quando la   maliarda, intrufolatasi a Palazzo Grazioli travestita da Bonaiuti, lo sorprese alle spalle e lo violentò. “No, no, vade retro Satana”, urlava lui dimenandosi come un ossesso nel suo curioso accappatoio bianco, “io penso solo a Veronica e ai valori della famiglia di Santa Romana Chiesa!”. Ma non ci fu nulla da fare, complice una pozione magica a base di Cialis e Viagra trovata nel comodino. Resta da capire chi montò un filmato col sosia del Banana che pareva piuttosto entusiasta della cosa, quale imitatore telefonò più volte alla signora nei giorni seguenti e come fu che lei finì in lista alle comunali di Bari.
Ma lo scopo del complotto è evidente: “Compromettere la reputazione del premier” e “ridicolizzarlo oltreconfine” più di quanto non faccia lui da solo. Una mission impossible. Nulla però è impossibile a queste misteriose entità, legate a “intermediari internazionali, diretti a loro volta da politici italiani rimasti per ora nell’ombra”, anche se “è logico pensare che i burattinai vadano ricercati nel campo avverso al Pdl”. Visto che si proponevano di rovesciare il premier, si esclude pure che appartengano al Pd. Si batte la pista dei venusiani.    
(Vignetta di Fifo)

Commento del giorno
di Alessandro 
- lasciato il 29/1/2010 alle 18:52 nel post Ambrogio Mauri, una vittima vera
Secondo il 'Principio di Peter', best-seller degli anni '70 scritto dallo psicologo canadese Laurence Peter, ogni posizione lavorativa tende ad essere occupata da un impiegato incompetente per i compiti che deve svolgere.
E fu così che il nano ebbe l'illuminazione: Bertolaso ministro. 


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