Undici furono i docenti universitari che si rifiutarono di giurare fedeltà al fascismo. Quanti sono (senza indebiti paragoni) gli intellettuali democratici che hanno lasciato la Mondadori contro l’accertato atto di corruzione che ne trasferì il controllo all’attuale padrone? Di fronte all’ultimo salvacondotto escogitato per far risparmiare alla casa editrice del “premier” centinaia di milioni di euro dovuti al fisco e in attesa che lo studio legale Montecitorio e Associati approvi, come si evince da alcune indiscrezioni di stampa, una nuova leggina per far saltare pure il giudizio civile d’appello nella causa che in primo grado ha visto il Biscione condannato a un risarcimento di 750 milioni di euro (vedi anche il linciaggio mediatico del giudice Mesiano e la nomina in odore di P3 di Alfonso “Fofò” Marra a presidente - guarda caso - della corte d’appello di Milano), ora il teologo Vito Mancuso, consulente e autore Mondadori, mostra uno scrupolo morale e chiede lumi agli altri, Scalfari e Augias in testa. Andarsene per protesta o restare per non apparire bacchettoni: questo è il dilemma. Coraggio ragazzi: non è in gioco la vostra libertà di espressione, lo sappiamo bene, ma non è mai troppo tardi per dare un segnale contro i conflitti di interesse e gli abusi di potere. Son gesti che rimangono e non vi attende l’esilio.
"sabato 28 agosto 2010
Vito Mancuso
Vito Mancuso: "
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.