Ma forse l’aspetto più eclatante delle elezioni primarie è che si siano svolte, abbiano mobilitato quasi 200 mila persone, e siano state vinte contro la volontà e le indicazioni dei vertici del Pd. Significa che continuano ad esistere non uno, ma due partiti.
Quello ufficiale si è imposto nel congresso d’autunno. Ha una vocazione governativa e vede nell’Udc l’interlocutore naturale della propria strategia alternativa a Silvio Berlusconi: un progetto prima che di sfondamento al centro, di smantellamento progressivo del bipolarismo in sintonia con Pier Ferdinando Casini. Anche per questo maneggia con diffidenza lo strumento delle primarie: lo considera congeniale ad un rafforzamento del bipolarismo, non al sistema che Bersani e D’Alema pensano di fare emergere dalla trattativa fra gruppi dirigenti. Questo Pd emerge dalla prova di ieri come il grande sconfitto. E non soltanto perché Vendola vuol dire il naufragio del matrimonio di interesse con l’Udc. Il problema è che la segreteria nazionale, e soprattutto D’Alema, avevano innalzato la Puglia al rango di laboratorio delle strategie future. Doveva diventare la vetrina di un centro-sinistra plasmato da Roma secondo i canoni di una liquidazione progressiva dell’identità abbozzata negli ultimi due anni. L’operazione subisce un altolà che ha del clamoroso.
Quello ufficiale si è imposto nel congresso d’autunno. Ha una vocazione governativa e vede nell’Udc l’interlocutore naturale della propria strategia alternativa a Silvio Berlusconi: un progetto prima che di sfondamento al centro, di smantellamento progressivo del bipolarismo in sintonia con Pier Ferdinando Casini. Anche per questo maneggia con diffidenza lo strumento delle primarie: lo considera congeniale ad un rafforzamento del bipolarismo, non al sistema che Bersani e D’Alema pensano di fare emergere dalla trattativa fra gruppi dirigenti. Questo Pd emerge dalla prova di ieri come il grande sconfitto.
RispondiElimina... ma qualcuno tra di noi crede al progetto di cui sopra? ... secondo voi è realmente fattibile ed auspicabile una tale ipotesi governativa?
Un progetto PD-UDC (e Rutelli...)? Francamente lo vedo assai improbabile, non tanto per motivi "politici" (Hahaha!), ma per meri numeri.
RispondiEliminaindipendentemente da cosa se ne pensi, di certo Di Pietro, i Radicali ed i rispettivi elettori difficilmente sarebbero della partita.
Sarebbe (forse) possibile attrarre da una parte qualche liberista alla "New Fini" (ma quanti elettori?) ed i socialisti dall'altro, e magari qualche residuo della diaspora pentapartitica.
Dubito, pero' che questa alleanza possa, oggi come oggi, riportare al voto quella magna pars di elettori di (centro-)sinistra che sono passati all'astensione o possa attrarre voti dai gruppei e gruppetti della sinistra "estrema".
Non ho sottomano i risultati elettorali recenti, ma (a naso) l'alleanza PD-UDC vale quanto (o forse qualche punto in piu'...) quelle PD-IDV-Radicali.
Non abbastanza per rovesciare il Silvio al governo.
O forse l'obiettivo é quello di tornare al proporzionale (dopo che SB sará andato in pensione) per poi varare una sequenza infinita di "governi di unita' nazionale" (PDL-UDC-PD e chi ci sta)?
Giuseppe condivido le tue osservazioni.
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