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Se, per ipotesi assurda, tutte le donne portassero il burqa, passeggiare nelle vie cittadine sarebbe un’esperienza a dir poco inquietante e tale da far venire in mente una celebre pagina di Cartesio, in cui, dubitando delle certezze sensoriali, si rileva come non si possa essere sicuri che sotto i cappelli e dentro i mantelli che vediamo passare sotto le finestre ci siano uomini come noi e non macchine o fantasmi. Ma siamo ‘aperti’ e prepariamoci a questa eventualità: una volta resa a tutte le donne la ‘libertà’ di nascondere corpi e volti al mercato, nel metrò, nella villa, sulla spiaggia, resta, tuttavia, la questione cruciale: perché dovrei essere obbligato a trattare con loro nella mia funzione di panettiere, di tabaccaio, di professore, di impiegato postale, di capotreno etc.? Ho o no il diritto di sottrarmi a chi vorrebbe impormi un rapporto asimmetrico di potere in cui solo io mi espongo al suo sguardo mentre lui mi guarda da uno spioncino ovvero mi osserva senza essere osservato?
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http://www.loccidentale.it/articolo/sergio+romano+fa+il+libertario+solo+coi+diritti+di+chi+gli+pare.0085891
sabato 6 febbraio 2010
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