Dai comunisti ai monarchici: "Non se ne esce.Berlusconi andava fermato sul bagnasciuga. Invece si permise a un imprenditore di possedere l’intero comparto televisivo privato nazionale e di mantenerlo anche una volta che divenne un uomo politico. Il Cavaliere ha avuto più di vent’anni per educare i cittadini alla sua subcultura. Per cui oggi l’italiano nasce naturaliter berlusconiano. La sola via che intravedo è comportarsi come il Cln che univa tutte le forze ostili al fascismo, dai comunisti ai monarchici. Bisogna quindi cercare di isolare il Cavaliere corteggiando tutti coloro che intimamente lo detestano anche se non lo possono dire apertamente, da Casini a Fini a Napolitano che, pur con tutte le sue tremarelle, va incoraggiato invece di attaccarlo in continuazione come fan l’Idv e molti editorialisti del Fatto. Diverso deve essere anche l’atteggiamento con la Lega. Il pericolo non è la Lega. È Berlusconi. La Lega è un movimento politico serio, popolare, non necessariamente di destra che è stato costretto ad allearsi con Berlusconi per la sciocca politica di demonizzazione condotta per anni dalla sinistra.
Anche se pescano più o meno negli stessi ceti, l’elettorato leghista è profondamente diverso da quello berlusconiano, come antropologicamente diversi sono i due leader, Bossi e Berlusconi, ruspante e passionale l’uno, fighetto e privo di ogni scrupolo l’altro. L’alleanza con Berlusconi ha costretto la Lega a mettersi in tasca buona parte degli elementi che la connotavano. Era localista e ora è legata a un globalizzatore fanatico, era antiamericana e sta con uno che è più americano degli americani, aveva un forte, e giusto, senso dell’identità e si trova ora immersa in una melassa, il Pdl,che non ha identità, per cui, per distinguersi, è stata costretta ad accentuare gli aspetti peggiori, come la xenofobia. Ma tutto ciò le va stretto. Una volta, davanti a una pizza, chiesi a Bossi: "Pistola alla tempia: tu sei più di destra o di sinistra?". “Di sinistra" rispose "Ma se lo scrivi ti faccio un culo così". Ora l’ho scritto. Umberto, salvaci tu.
Da il Fatto Quotidiano del 31 marzo"
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