Ho tirato un sospiro di sollievo: Berlusconi è tornato a Roma.
Non ha raccontato barzellette sugli ebrei ad Auschwitz, non ha chiesto ad Abu Mazen dove aveva lasciato il cammello, non ha domandato a Netanyahu com’è trombare da circoncisi e non si è lasciato andare a storielle sulle arabe pompinare.
D’accordo, ha fatto incazzare contemporaneamente Israele e i palestinesi, ha fatto una figura di palta con i giornalisti di mezzo mondo, e ora l’Eni dovrà rinunciare a qualsiasi affare in Iran.
Però è stato un grande successo.
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