In questo post analizziamo l'evoluzione di alcune grandezze economiche della Campania nel periodo in cui Bassolino è stato governatore. I risultati sono, come dire, non particolarmente lusinghieri.
Per chi non lo sapesse (ma il cognome mi tradisce) appartengo a una brutta razza: quella dei terroni, in quanto napoletano di nascita e residenza, e mentre il luogo di nascita non lo si sceglie, la residenza indica una scelta, quindi chi qui rimane e opera è un terrone per scelta, non per disgrazia divina.
Ma i governanti, vivaddio, ce li scegliamo, per cui le conseguenze delle nostre scelte è giusto che ricadano su di noi, e nel bene e nel male mai riferimento fu più meritorio per chi governa la Regione Campania da ben 10 anni.
Cominciamo dai dati, semplici, semplici, che ricaviamo da uno studio che elabora i Conti Pubblici Territoriali, prodotto sotto il patrocinio dalla Regione Campania e del Ministero dello Sviluppo Economico. Partiamo guardando al reddito-capite nella Regione Campania nel decennio 1999-2008, osservando che è passato dai 12.500 euro circa a ben... 13.374. E' quindi cresciuto solo del 7% durante il periodo.
Al primo che dirà “eh, sì, ma il sommerso!” non andrà alcun premio, essendo questi dati ISTAT, che tengono già conto del sommerso. Anche la camorra cresce poco... Quindi la Campania cresce poco, addirittura meno che del resto del Meridione.
Scende anche il tasso di occupazione, e menziono questo dato invece che quello sulla disoccupazione, in quanto quest'ultimo riflette il fatto che si è “disoccupati” solo se si cerca un lavoro. Ecco il tasso di occupazione:
Anche qui la Campania riesce a essere prima, peccato che lo sia dal lato sbagliato del tabellone. Vabbè, potremmo dire che questi dati sono il frutto dell'abbandono di una politica clientelare e il frutto di una riduzione della spesa pubblica, che non finanzia più settori improduttivi, e quindi è diminuita. Potremmo, ma diremmo una cosa falsa. Il seguente grafico mostra l'andamento della spesa pubblica in termini reali (SPA sta per settore pubblico allargato).
Molti adesso penseranno: certo, i soliti meridionali con una marea di personale a sbafo e a spese dei cittadini del Nord. Sbagliato. Le spese per il personale sono, addirittura, inferiori che rispetto al resto d'Italia, il dato è fra i migliori in assoluto in Italia.
Ah, ma se le spese per il personale sono diminuite allora la Campania sta imboccando una strada virtuosa per il proprio bilancio pubblico. Manco per idea... Le spese sono pari a quasi 70 mld di euro, mentre le entrate sono pari a 61,5 mld di euro. I dati sono relativi al 2007, ma sono esemplificativi del trend, la Campania in un anno si mangia l'avanzo del Veneto...
E allora ? Dov'è il problema? Il problema è che in tutti questi anni non è mai esistita una “politica”, sia essa industriale, turistica, o anche semplicemente del “tirare a campare”, si sono dati soldi e prebende in una marea di rivoli e due fiumi (rifiuti e sanità), senza alcun coordinamento logico e senza verifica dei risultati. I due fiumi hanno provocato l'IRAP e la TARSU più alti d'Italia, che a sua volte provocano l'abbandono fisico del territorio da parte delle produzioni e degli imprenditori, tanto che la Campania oramai sta diventando la patria dei Centri Commerciali, che non generano ricadute economiche significative, anzi.
Se in questi dieci anni di governo di sinistra la Regione Campania avesse avuto un sia pur piccolo beneficio lo vedremmo e lo applaudiremmo, invece abbiamo avuto l'ennesima occasione perduta. Voglio vedere se fra dieci anni c'è chi osanna Bassolino...
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