lunedì 15 marzo 2010

Stages...

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... Dopo il caso dei superstage calabresi, questa volta si passa in Basilicata, dove il consiglio regionale ha approvato un "Programma tirocini formativi" per mille cittadini inoccupati o disoccupati.
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Ma questo termine
[12 mesi] non vale per i disoccupati e gli inoccupati, che formano una categoria a parte per cui la normativa prevede un limite dimezzato: sei mesi. Quindi, dato che proprio per questa categoria il programma è stato pensato, gli stage non dovrebbero durare più di sei mesi. E invece, come il consiglio regionale calabrese aveva incautamente raddoppiato la durata massima dei tirocini per i laureati (da 12 a 24 mesi), così quello lucano adesso prova a raddoppiare quella per i disoccupati, facendola lievitare da 6 a 12. Con il rischio concreto, tra l'altro, che uno stage tanto lungo generi aspettative di stabilizzazione nei partecipanti, aspettative che verranno frustrate per forza – dato che negli enti pubblici si viene assunti solo tramite concorso – salvo provvidenziali (e costosi) interventi ex-post del consiglio regionale
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C'è in più il problema dell'età dei potenziali superstagisti: da un minimo di 18 anni a un massimo di 39. Anziché contribuire alla formazione di giovani privi di esperienze lavorative la Regione Basilicata andrà a spendere oltre 15 milioni di euro (presi dal Fondo per lo sviluppo europeo 2007-2013) per parcheggiare nelle pubbliche amministrazioni persone di trenta o quasi quarant'anni, riducendole a "stagisti" malgrado l'età non più verde, dando loro il contentino dei 770 euro al mese.
Aggiungendo a tutte queste considerazioni la concomitanza dell'iniziativa con il periodo elettorale, la Repubblica degli Stagisti ha deciso di chiedere qualche chiarimento all'assessore regionale alla formazione professionale e al lavoro Antonio Autilio [Italia dei Valori], che in occasione del lancio del bando aveva affermato che la finalità centrale del programma fosse «favorire la transizione alla vita attiva e la crescita delle competenze professionali dei tirocinanti» e «ampliare il quadro delle opportunità occupazionali».
Purtroppo l'assessore, contattato più volte, non è ancora riuscito a trovare il tempo per rispondere alle domande.

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