martedì 16 febbraio 2010

Prostituzione civile

Da Il Fatto Quotidiano, 13 febbraio 2010

C’è solo una lettura più divertente delle intercettazioni: i titoli dei giornali sulle intercettazioni. Il Pompiere della Sera ha già degradato lo scandalo della Prostituzione civile a seconda notizia per dare il dovuto rilievo al sensazionale “Pensioni, allarme di Berlusconi”. Il Giornale invece apre su Bertolaso: “Intercettazioni tutte da interpretare”, “solite trappole”, “nuova stagione di fango”.
“Su Bertolaso – spiega Feltri – la sensazione è che ci sia poco o niente”: mica come sull’omosessualità di Boffo, per dire. Trattasi di “gossip”, argomenta l’autorevole Meluzzi, portavoce di don Gelmini imputato per molestie su ragazzini. Sempre sul Geniale, Annamaria Bernardini de Pace si raccomanda: “Non chiamatele escort, ma prostitute”, “sono puttane che si offrono ai potenti”: non poteva dirlo all’altro utilizzatore finale?
Secondo Belpietro, “non ci fosse stato Bertolaso, i terremotati de L’Aquila sarebbero ancora nelle tende o nei container”. Invece sono in albergo e L’Aquila, dieci mesi dopo, è in macerie come il giorno del terremoto. In compenso alla Maddalena han buttato 330 milioni per alberghi a 5 stelle con vista sui tir.
Il Foglio affida un commento a un esperto del ramo: Sergio Soave, l’ex dirigente Pds che patteggiò la pena per le mazzette sul metrò milanese, dunque può autorevolmente analizzare le nuove mazzette: “Come si può passare col rosso suonando il clacson quando si trasporta un ferito all’ospedale, così si debbono poter infrangere regole ordinarie quando si fronteggia una situazione straordinaria”.

Infatti gli appalti riguardano il G8, iMondiali di Nuoto e i 150 anni dell’Unità d’Italia, tutte situazioni straordinarie, eventi imprevedibili scoperti per caso all’ultimo momento. Immaginiamo il panico quando, in una delle tante notti insonni al centro benessere “Beauty Salaria”, San Guido Vergine e Martire fu avvertito da una fisioterapista di mezza età, tale Francesca, lontana discendente della contessa di Castiglione e di Costantino Nigra, che nel 1861 era nata l’Italia unita. Panico, allarme rosso, stato di emergenza, poi l’Uomo del Fare allertò prontamente il genio pontieri e i cani da valanga, infine chiamò il prode Anemone, che peraltro aspettava da ore fuori dalla porta, all’addiaccio, li mortacci sua.

Decisamente più sapido l’altro editoriale del Foglio, dal titolo in chiaroscuro ispirato dal cardinal Ruini: “Chiudere la patta”. Sul Riformatorio si produce Polito El Drito in persona: ha compulsato per ore “i brogliacci delle telefonate e i commenti del gip in cerca del reato”. E, tanto per cambiare, non ci ha capito una mazza: manca – scrive con notevole ironia involontaria – “la pistola fumante”. Anzi gli è parso che la celebre Francesca “non potrebbe far escludere la cura di un’ernia del disco”. Poi vaticina che il processo finirà in prescrizione, così “non sapremo mai se Bertolaso ha fatto le terribili cose di cui è accusato” e “se gli appalti della Protezione civile finivano tutti ai personaggi che sghignazzavano alla notizia del sisma de L’Aquila e se la Maddalena è stato un colossale sperpero” perché non avremo “una sentenza definitiva”. Invece di fare un paio di visure camerali o di mandare qualcuno alla Maddalena, lui aspetta la Cassazione. E’ fatto così: se,puta caso, vede un tizio con mascherina, passamontagna e calzamaglia nera che esce da una banca col sacco in spalla, El Drito non grida “al ladro”. Aspetta una dozzina d’anni che la sentenza passi in giudicato.

Intanto San Guido sfodera tre alibi di ferro. Il primo glielo fornisce il ministro Matteoli: “Con tutto quel che ha da fare, Bertolaso non ha tempo per farsi corrompere” (i giudici lo terranno nel dovuto conto). Il secondo lo spiega l’interessato al Corriere: “Pensate che si possa comprare con 10 mila euro uno come me? E’ umiliante”. In effetti solo uno straccione si venderebbe per così poco: bisogna aggiornare il listino prezzi. Il terzo alibi è gentilmente offerto dal Banana: “Bertolaso non si tocca”. Alla bisogna provvede, eventualmente, Francesca.

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