Pietro Ichino
La norma “incriminata” è il nono comma dell’articolo 31, dove si attribuisce ai contratti collettivi il compito di regolare la soluzione arbitrale delle controversie, ma si prevede anche che, decorso un anno e mezzo senza intervento della contrattazione collettiva, sia comunque consentito inserire nel contratto individuale di lavoro il vincolo per cui ogni controversia dovrà essere risolta da un collegio arbitrale. Tutto il veleno della questione sta qui: la Cgil e un folto gruppo di giuslavoristi denunciano il rischio che in questo modo, là dove la materia non sarà stata opportunamente regolata da un contratto collettivo, l’imprenditore possa, con l’imposizione dell’arbitrato nel contratto individuale, assoggettare ogni futura controversia a un “giudice privato” disposto sostanzialmente a disapplicare le protezioni inderogabili del lavoratore. In linea teorica, la denuncia è fondata. Sul piano pratico, gli spazi non coperti dal contratto collettivo, nei quali questa elusione potrà essere tentata, saranno molto marginali. Ma, soprattutto, chiunque si avventuri a leggere le dieci astrusissime pagine occupate da questo articolo 31 si convincerà subito che il meccanismo è troppo complicato e disseminato di trappole procedurali per poter avere una apprezzabile diffusione. Potrà forse essere utilizzato da qualche piccolo imprenditore spregiudicato, assistito da qualche altrettanto spregiudicato faccendiere; ma era e resterà infinitamente più semplice e più sicuro, per eludere il diritto del lavoro, far “aprire la partita Iva” al lavoratore e fingere un rapporto di collaborazione autonoma. Come è la “regola” oggi, quando si vuole un rapporto di lavoro senza regole.
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Ancora più grave è il rischio che l’introduzione dell’arbitrato nelle controversie riguardanti l’impiego pubblico – altra novità di questa legge – spiani la strada alle peggiori malversazioni in materia di immissioni in ruolo e promozioni nelle amministrazioni statali e locali: basterà che il dirigente dell’ufficio e il suo protetto fingano la lite e scelgano insieme l’arbitro compiacente.
lunedì 8 marzo 2010
Pietro Ichino sulla legge omnibus
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