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Come la Nazionale di calcio, che vanta 60 milioni di commissari tecnici, anche la Giustizia è assediata da un esercito di giuristi per caso che sputano sentenze senza sapere di che parlano. L'ultima della serie è Susanna Tamaro, che regala ai lettori del 'Corriere della Sera' un paginone di perle di rara saggezza: 'Gogna mediatica, Paese immorale'. La giureconsulta triestina è molto turbata per lo scandalo della Protezione civile: non, beninteso, per i milioni sperperati dai Bertoladri, ma per le cronache dei giornali. 'Pazienza', sentenzia, 'se in questo calderone si gettano uomini che poi, al termine delle indagini, risultano estranei ai fatti, com'è successo con Boffo e, spero, con Bertolaso'. In realtà Boffo è stato condannato per molestie. Era falsa invece la presunta 'informativa di polizia' sulla sua omosessualità citata dal 'Giornale' (cui la Tamaro ha collaborato negli anni scorsi). Il caso Boffo non c'entra nulla col caso Bertolaso, indagato per corruzione dalla magistratura. Ma qui, con una virata da grande skipper, la Tamaro tira in ballo 'il grande orecchio delle intercettazioni' che avrebbe mietuto 'le prime vittime illustri' in 'Lelio Luttazzi e Walter Chari, arrestati con un'accusa infondata di detenzione e spaccio di droga nel lontano 1970'.
In realtà le intercettazioni non c'entrano nulla: Chiari fu arrestato per le accuse di un delinquente comune che coinvolse anche Luttazzi, totalmente estraneo, mentre l'attore fu assolto dallo spaccio e condannato per detenzione di droga. Alla rinfusa, la Tamaro infila nel calderone Enzo Tortora, pure lui estraneo alle intercettazioni (accusato da vari pentiti e assolto). E persino 'Lucio Battisti, anche lui morto prematuramente dopo anni di insulti, sospetti, accuse infamanti, come quella di essere fascista'.
Ma Battisti morì prematuramente per un tumore assolutamente indipendente dalle voci sulle presunte simpatie di destra, nate e morte trent'anni prima. Alla fine, nel frittomisto Bertolaso-Chiari-Luttazzi-Tortora-Battisti, la Tamaro imbarca pure la Tamaro, perseguitata da 'una campagna di odio bipartisan, dopo la pubblicazione di 'Anima Mundi', che mi ha spezzato il cuore', ma a cui per fortuna è eroicamente sopravvissuta, nonostante il malvezzo nazionale di 'confondere la giustizia con il giustizialismo da forni manzoniani'.
Anche nel suo caso, sfugge il nesso con le intercettazioni, essendo improbabile che qualcuno s'interessi alle sue telefonate. Lei comunque teme che il Grande Orecchio l'ascolti mentre parla con un missionario in Brasile dei rispettivi pappagalli e cocorite. Finalmente, a metà articolessa, emerge il rovello che turba i suoi sonni: anni fa un giornalista le gettò 'addosso una gran quantità di letame'. Ecco, la signora non gradisce le critiche alle sue opere e nemmeno la satira. Quando un altro Luttazzi, Daniele, parodiò 'Va' dove ti porta il cuore', lei lo trascinò in tribunale (e perse la causa): un odioso caso di 'giustizialismo da forni manzoniani'?
(Vignetta di Fifo)
Segnalazioni
Marco Travaglio presenta 'Ad Personam' (edizioni Chiarelettere) - Torino, lunedì 8 marzo, ore 21 c/o Teatro Nuovo, corso Massimo D'Azeglio 17.
Intervengono Antonio Ingroia e Gustavo Zagrebelsky.
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