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domenica 8 maggio 2011

Santoro "deride" Vespa: "Vale un decimo di noi" E non lo lascia intervenire

Santoro "deride" Vespa: "Vale un decimo di noi" E non lo lascia intervenire: "

Il conduttore di Annozero : "Trucchiamo l'Auditel? Guardiamo i dati su internet. Noi siamo a 80mila. Porta a Porta? Diamogli 8mila se no si deprimono". Vespa: "Il sito è aperto da un mese e non è pubblicizzato""

venerdì 25 febbraio 2011

Senza titolo

Senza titolo: "

Tendo a non pubblicare più molti video di contestazione ai membri dell’oligarchia. Non perché abbia perso la motivazione. Ma perché nell’ingranaggio delle visualizzazioni e deile condivisioni da tastiera rischiavano di diventare un frammento in più di spettacolo. L’opposto delle nostre intenzioni. Ne abbiamo pubblicati tanti in passato per testimoniare la rottura dell’incantesimo della sudditanza e della finzione e dunque incoraggiare gli indignati del web alla rivolta morale e alla guerriglia mediatica, nella convinzione che una solida minoranza di rompicoglioni potrebbe davvero incrinare i meccanismi del sistema castale, rovesciandogli addosso parole e telecamere fuori controllo. Questi nostri video hanno spopolato su youtube, ma hanno generato pochi imitatori. Qualche risultato in tal senso c’è stato, ma decisamente non adeguato rispetto, non alle nostre aspettative, che abbiamo sempre tenuto a bada, ma al potenziale che il metodo del videoattivismo senza intermediazione oggi offre alla buona volontà dei cittadini-non-sudditi. Forse è ancora presto, non sono ancora maturi i tempi. Forse serve diffondere meglio il metodo. E ci proveremo, magari con un seminario di formazione con addetti ai lavori a tener lezione. Ma ci tenevo a dirlo per rispondere a chi sovente per strada o per mail mi domanda perché non “mettiamo più video”, dopo i complimenti e le pacche sulle spalle di rito, segni di un certo tipo di consenso che sicuramente fa piacere ma che non abbiamo mai cercato, perché troppo spesso porta con sé, irresistibile, la tentazione della delega. Quella tentazione (”Non mollare!”, “Meno male che ci siete!”) che vediamo ripetersi, sempre uguale, anche nelle convocazioni di piazza, che porteremo avanti con assiduità e convinzione, in un momento drammatico per l’Italia, proprio per dare fisicità e sostanza all’indignazione virtuale e cercare di spingere altri a mettersi in gioco in prima persona. Detto questo, eccovi l’ultimo scontro, inedito, con Bruno Vespa. Lo trovate QUI. Per rimanere in contatto è possibile iscriversi anche al canale youtube. Se siete di Milano o dintonri mandateci un indirizzo mail per essere inclusi nella lista mail per le iniziative pubbliche."

domenica 18 aprile 2010

Bruno Vespa sgrida i terremotati

Bruno Vespa sgrida i terremotati: "

I conti di Bruno Vespa sanno di miracoloso. Quando il conduttore di Porta a Porta, bacchetta in mano, somma gli aquilani nelle caserme militari e negli alberghi sulla costa, in affitto nella provincia o negli appartamenti nuovi sulle colline: "Ecco, dei 60 mila sfollati, ben 52394 sono stati assistiti. Mai vista tanta efficienza e rapidità all’estero e in Italia". Peccato che le addizioni siano sbagliate: proiettate nello studio di Porta a Porta, le cifre di Vespa sfiorano 29 mila persone. Altre 23 mila restano fuori, chissà dove, chissà come. Sarà per l’errore matematico o per la puntata inscenata per celebrare il ‘miracolo’ che, in collegamento dalle macerie (quelle vere, non i reperti importati in Rai), donne e uomini dei comitati cittadini intervengono con sconforto: "Vedo due situazioni, una in studio e una qui – spiega Enzo Bianchi – tra chi si chiede che succede. Non ho mai incontrato politici. C’è una differenza tra quel che si pensa nelle stanze...".



L’inviata Vittoriana Abate è il filtro tra Vespa e gli aquilani. Interrompe chi fa domande: "Va bene, va bene, ora ascoltiamo le risposte". Perde il controllo per un attimo: "Io non sto capendo niente". Sulle poltrone Rai c’è un dibattito asciutto, ovattato: il sindaco de L’Aquila (Cialente) e il presidente dell’Abruzzo (Chiodi), politici, un ministro, parenti delle vittime. Un copione molto sigillato. L’imprevisto è provocato da Annalucia Bonanni che, circondata da pezzi di cornicioni e transenne, racconta il movimento delle carriole. Dei cittadini che di domenica puliscono il centro storico abbandonato da mesi. Ferita aperta e dimenticata: "Le carriole hanno squarciato un velo sul finto miracolo aquilano che l’informazione vuol far passare. Anche stasera sta succedendo questa cosa. Le carriole hanno dimostrato quel che c’era davvero". E Vespa, sorpreso, reagisce sulla difensiva: "Dov’è la disinformazione?". E la Bonanni incalza: "La nostra città è diventata un set cinematografico: il G8, la passerella, i personaggi internazionali. Avete veicolato un solo messaggio: il miracolo! Questa è una mistificazione". Vespa è costretto a replicare con più veemenza: "Mi scusi, qual è la mistificazione? Negli ultimi trentacinque anni ho visto tutti i terremoti. Preferivate i container alle case? Vuole rispondere?".



Il battibecco è una miccia che accende la rabbia. Un contagio: "Sei male informato”, dice Bianchi. E il conduttore riprende la linea e chiude: “Può darsi che io sia disinformato. In quale zona del mondo ci sono sistemazioni migliori de L’Aquila? Dove nel mondo s’è fatto meglio? Scusate, quando ho visto le case mi sono commosso!". Alla porta bianca della Rai bussano fisici e scienziati. Cambia capitolo, cambia prospettiva. A L’Aquila sembrano delusi, pensano di aver sfruttato male la finestra di Porta a Porta. Vespa è orgoglioso del suo lavoro: "La puntata di martedì è esemplare – dice al Fatto – Abbiamo concesso tanto spazio. Poi se loro vogliono avere sempre ragione... Mi sembra una dimostrazione di malafede". La Bonanni è dispiaciuta: "Noi siamo parte attiva della ricostruzione. Non possono escluderci. Siamo riusciti a farci capire in diretta? Noi con le carriole abbiamo promosso uno sciopero al contrario: partecipare, fare. Ovvero contribuire. Le case sulle colline sono una soluzione temporanea!". La rinascita de L’Aquila non si ferma all’anniversario. Altro momento mediatico, altro simbolo estemporaneo. E così il comitato 3 e 32 ha scritto una lettera aperta. C’è un riferimento al sistema dell’informazione e, seppur indiretto, forse a Porta a Porta: “Ci è voluto un anno, ma il mito del "miracolo aquilano", creato ad arte da un’informazione addomesticata, è definitivamente crollato.



L’assenza del premier dalla sua passerella mediatica preferita, in occasione delle celebrazioni del primo anniversario dal terremoto è del tutto sintomatica. Come lo è la difesa all’angolo a cui abbiamo visto costretto Bertolaso. Che non sa come spiegare che la Protezione civile non ci ha protetto prima che ci crollasse addosso la catastrofe, che non sa come giustificare il lavoro di una Commissione grandi rischi che il 31 marzo è riuscita in mezz’ora (neanche il tempo dei convenevoli!) a decidere che non c’era pericolo...”. Continua, una pagina intera. Una riga, una domanda. Tanti punti interrogativi che Federico, davanti ai microfoni di Porta a Porta, cercava di illustrare a Guido Bertolaso. Ma l’inviata di Vespa ha saputo fronteggiare l’emergenza. Più del capo della Protezione civile.



Da il Fatto Quotidiano dell'8 aprile



VIDEO: "I richiami del presidente del Consiglio comunale non sortiscono alcun effetto. Quando al microfono la vice presidente del Consiglio comunale, Antonella Santilli, comincia a leggere la lettera di Silvio Berlusconi partono i fischi, gli insulti. Le urla di rabbia superano in volume la voce che esce dalle casse sotto il tendone in piazza Duomo..." (da Il Carattere)






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martedì 9 marzo 2010

Vespa rivela le minacce di B. al presidente

Vespa rivela le minacce di B. al presidente: "Nell’editoriale di due giorni fa sul Mattino, Bruno Vespa parla della situazione che si era venuta a creare sul decreto salva-liste come esplosiva, simile allo "sparo di Sarajevo" che nel 1914 portò alla Prima guerra mondiale. Il conduttore di Porta a Porta e collaboratore del quotidiano napoletano, spiega il clima di tensione Napolitano-Berlusconi come 'una tempesta abbattutasi' tra i due.
'Nelle ore che hanno preceduto e seguito il colloquio di mercoledì con il capo dello Stato', il premier - scrive Vespa - 'Berlusconi ha pensato di far saltare il tavolo'.
E 'l’indisponibilità manifestata da Napolitano a firmare un decreto che salvasse la lista del Pdl nel Lazio e la posizione di Formigoni in Lombardia sarebbe stato lo sparo di Sarajevo. Come l’assassinio dell’arciduca Francesco Ferdinando d’Austria e di sua moglie il 28 giugno del 1914 fu il pretesto per scatenare la Prima guerra mondiale, così l’eventuale sacrificio dei candidati alla conquista e alla conferma nelle due regioni più importanti d’Italia sarebbe stato l’innesco di una bomba ben più micidiale. E Vespa spiega anche come 'Il presidente del Consiglio voleva far approvare la sera stessa un decreto legge sulla falsariga del precedente delle elezioni europee del ‘95: i radicali erano fuori tempo e ricorsero a Scalfaro, Lamberto Dini presidente del Consiglio riaprì i termini per 48 ore e tutto si aggiustò'.
Ma 'il capo dello Stato ha sostenuto che quella procedura non poteva essere sostenuta in questo caso e Berlusconi si è molto arrabbiato, minacciando il ricorso alla piazza'.

da il Fatto Quotidiano del 7 marzo"

venerdì 5 marzo 2010

Bruno Vespa

Bruno Vespa: "

Bruno Vespa è vivo e lotta insieme a noi. Ieri aveva gente a cena, ma rischiando di fare attendere i suoi ospiti è passato ugualmente alla manifestazione romana contro la nuova censura in Rai, che critica eppure giustifica, in nome delle “regole”. Fedele anche nella cattiva sorte. Un regime che arriva a silenziare pure il suo notaio di fiducia è davvero arrivato al capolinea. Sempre più aderente allo spirito dei tempi il motto di Flaiano: la situazione è grave ma non seria.

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