sabato 31 luglio 2010

Le motivazioni politiche dell’abolizione della Corrida

Le motivazioni politiche dell’abolizione della Corrida: "

La decisione storica di vietare la corrida in Catalogna è arrivata lo scorso mercoledi, dopo un dibattito molto acceso. La legge prevede che dal primo gennaio del 2012 non sarà più possibile effettuare questa manifestazione in alcuna arena della regione Spagnola. La domanda che ci si può porre è quella se sia giusto che sia lo Stato a dover vietare una manifestazione, seppur cruenta. In questo modo si toglie libertà di scelta alle persone che ritengono questa manifestazione un evento tradizionale. Ma in realtà la decisione è una pura< manovra politica in vista delle prossime consultazioni regionali.



Le votazioni si sono terminate con 68 voti a favore, 55 contrari e tre astensioni e i principali partiti catalani hanno lasciato libertá di voto.


Davanti al Parlamento della Catalogna si sono affrontati i favorevoli ed i contrari all’abolizione. La principale critica a questa manifestazione era di torturare i tori, mentre i contrari all’abolizione volevano la libertá di scelta di poter assistere ad una “festa tradizionale”.


La domanda che ci si può porre è quella se sia giusto che sia lo Stato a dover vietare una manifestazione, seppur cruenta. In questo modo si toglie libertà di scelta alle persone che ritengono questa manifestazione un evento tradizionale.


Se la società catalana non voleva più le corride, forse molto semplicemente non avrebbe più riempito le arene. È così è stato, perché negli ultimi anni vi è stata una disaffezione a questa manifestazione. Nel 1977 ha chiuso l’Arena dei Tori in Piazza di Spagna a Barcellona, cittá nelle quali rimane attivo solo il Monumental.


Vi è stato un’altra Regione nella quale le corride sono state vietate, le Canarie. Nell’arcipelago tuttavia il dibattito è stato molto meno acceso, perché la manifestazione già non si svolgeva da nove anni, prima di vietarla per legge.


In Catalogna la tendenza era di un lento declino della manifestazione, ma il Parlamento è voluto intervenire direttamente.


Vi è tuttavia un perché politico a questo interventismo. Il rapporto tra Spagna e Catalogna è molto teso negli ultimi mesi, soprattutto dopo il “no” a diversi articoli dello Statuto Catalano da parte del Tribunale Costituzionale spagnolo.


L’indipendentismo è sempre più forte nella Regione dove si produce circa il 20 per cento della ricchezza nazionale in termini di prodotto interno lordo. Tuttavia la maggioranza della popolazione richiede maggiore autonomia e un Federalismo con più funzioni decentrate.


E durante il voto per l’abolizione della corrida è uscita questa voglia di rivalsa contro la Spagna. La corrida è vista infatti un simbolo della nazione spagnola e l’abolizione serve a dimostrare la diversità della Catalogna.


Vi sono due motivazioni per caratterizzare questo voto come totalmente politico.


In primo luogo la divisione dei partiti al momento del voto. La Catalogna è ora guidata da una coalizione di tre partiti di sinistra: il Partito Socialista Catalano (PSC) e due partiti di sinistra indipendentisti. Il Partito Popolare è all’opposizione ed ha una base di votanti molto limitata, mentre la vera opposizione è invece del CIU, Convergenza e Unione, un partito di centro-destra nazionalista (catalano).


Il voto ha tagliato l’attuale maggioranza di Governo e si è strutturato secondo uno schema nazionalista. A favore dell’abolizione hanno votato il CIU e i due partiti di sinistra catalani, mentre il PP e il PSC hanno detto no. I partiti nazionalisti hanno affermato che la decisione serviva solo a fermare “una barbaria”, senza mai dire direttamente che volevano eliminare un simbolo spagnolo.


Tuttavia la riconferma di questa volontà di affermare il “Catalanismo” e di eliminare un simbolo della Spagna unitaria arriva da una particolarità della legge. In Catalogna esiste una manifestazione che si chiama “Correbous”, nella quale si da’ fuoco alle corna del toro che corre nell’arena. Questa “festa” catalana non ha ricevuto alcun divieto, pur provocando la cecità del toro e potrà continuare indisturbata.



L’abolizionismo della corrida è dunque una manovra politica in vista delle elezioni regionali che si terranno il prossimo autunno.

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